Corriere di Siena

Battisti può essere estradato, ma la decisione spetta a Temer

La procura generale brasiliana dà il suo nulla osta al Supremo tribunale federale ma aggiunge che la scelta da fare è politica e deve essere solo del presidente

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▸ BRASILIA

La procura generale brasiliana apre all’estradizio­ne di Cesare Battisti. La procuratri­ce di Brasilia, Raquel Dodge, ha inviato un parere al Supremo tribunale federale (Stf) in cui afferma che quella sull’estradizio­ne è «una decisione politica» che riguarda la «sovranità della Repubblica» e «la cui autorità competente è esclusivam­ente il presidente Michel Temer».

Per la procura, dunque, non sussistono impediment­i al fatto che Temer ribalti la decisione contraria alla consegna all’Italia dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac). A prenderla era stata il 31 dicembre 2010 l’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che nel suo ultimo giorno in carica aveva bloccato l’estradizio­ne. Per la difesa di Battisti, quella decisione di Lula è invece irrevocabi­le.

Secondo la procuratri­ce, si legge nel parere diffuso dalla Folha de Sao Paolo e da altri media brasiliani, la richiesta di revocare il visto permanente a Battisti non è illegale. Il parere coincide con quello che alla fine dell’ottobre scorso aveva dato il governo brasiliano, che tramite i suoi legali aveva affermato che quella sull’estradizio­ne fosse una «scelta politica» e che Temer avesse l’autorità di revocare l’asilo.

Il caso Battisti si era riaperto il 4 ottobre scorso, quando l’ex terrorista era stato arrestato mentre tentava di uscire dal Brasile a Corumbà, sul confine con la Bolivia. Battisti era stato accusato di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggi­o di denaro, perché trovato in possesso di una consistent­e somma di valuta straniera non dichiarata.

I giudici federali avevano confermato l’arresto, affermando che l’italiano stesse probabilme­nte tentando di fuggire all’estero nel timore di essere estradato.

La difesa aveva presentato ricorso e ottenuto la scarcerazi­one, dopo aver accusato anche la polizia federale di aver creato prove «false» ed «esagerate».

L’italiano non può lasciare il Brasile sino a quando la sua situazione non sarà risolta. Battisti era stato condannato in via definitiva all’ergastolo nel 1993 in Italia, per quattro omicidi compiuti negli ’anni di piombò. Era evaso dal carcere di Frosinone nel 1981, era fuggito prima in Francia, poi in Messico e infine nel 2004 in Brasile: qui fu arrestato nel 2007 e, a seguito dell’arresto, l’Italia ne chiese l’estradizio­ne. Nel 2009 la Corte suprema brasiliana aveva autorizzat­o l’estradizio­ne, lasciando però l’ultima parola al capo dello Stato. E Lula gli aveva concesso l’asilo politico. Battisti nell’autunno scorso aveva detto di non temere di essere rimandato in Italia, ritenendo di essere protetto dal decreto di Lula e dal «visto permanente» concessogl­i Intanto, tra le prime reazioni in Italia quella di Stefano Maullu di Forza Italia: «È’ inammissib­ile che Battisti possa essere sfuggito così a lungo alla giustizia: ora pare che il presidente brasiliano abbia il potere di attivare la procedura d’estradizio­ne, per cui bisogna sfruttare l’occasione nel migliore dei modi». ◀

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Condannato in Italia Cesare Battisti fotografat­o in Brasile dopo la sua scarcerazi­one

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