Addio a Luigi Necco, volto storico di 90˚ Minuto
▸ NAPOLI - Definirlo giornalista sportivo sarebbe riduttivo. Perché Luigi Necco era anche molto altro: intellettuale, scrittore, appassionato di arte e archeologia, un uomo colto che faceva dell’ironia la sua cifra e per molti anche un maestro di vita. Questa mattina, presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, Necco è scomparso all’età di 83 anni per una grave insufficienza respiratoria, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di tifosi, giornalisti e addetti ai lavori.
Dopo gli inizi al Corriere di Napoli, Necco entra in Rai al giornale Radio, prima di passare nel 1978 alla televisione; lì lavora come telecronista sportivo fino al 1993, diventando volto noto della storica trasmissione 90˚ Minuto, raccontando anche gli anni dei trionfi azzurri con i due scudetti dell’epoca Maradona. Celebri le espressioni da lui coniate come “Milano chiama, Napoli risponde”, oppure “La mano de Dios o la cabeza di Maradona”, quando il Pibe de Oro segnò la famosa rete con la mano durante Inghilterra-Argentina ai Mondiali dell’86. Lasciata l’emittente pubblica, Necco passa prima a Mediaset lavorando con Maurizio Costanzo come inviato dai campi per Buona Domenica, poi all’emittente locale Canale 9 dove cura per diversi anni la trasmissione satirica L’emigrante, raccontando la cronaca cittadina e i problemi di Napoli.
Cronista sempre attento, Necco è stato anche vittima di un terribile attacco da parte della Camorra: il 29 novembre del 1981 tre uomini inviati da Vincenzo Casillo (detto ’O Nirone, luogotenente del boss Raffaele Cutolo) lo gambizzarono in un ristorante di Mercogliano. Il motivo? Necco l’anno precedente aveva raccontato in Rai che l’allora presidente dell’Avellino calcio, Antonio Sibilia, era andato a una delle udienze del processo a Cutolo (allora imputato) in compagnia del calciatore brasiliano Juary; durante una pausa, Sibilia aveva salutato il boss con tre baci sulla guancia e gli aveva persino consegnato una medaglia d’oro per mano di Juary con la scritta “A Raffaele Cutolo dall’Avellino calcio”, squadra di cui era tifoso.
Amatissimo da tutti, decine sono stati i messaggi di cordoglio per commemorare la sua scomparsa sin dalle prime ore del mattino. “Necco ha raccontato per decenni le gesta sportive del Napoli con un garbo, eleganza, professionalità, passione e sempre con uno sguardo ironico e sorridente che ha reso il suo stile unico e inimitabile. Il presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra si uniscono al dolore della famiglia”, ha scritto in un comunicato la società partenopea. ◀