Corriere di Siena

Di Maio ha un piano “Disinnesca­re subito l’aumento dell’Iva”

Il candidato premier rassicura l’assemblea di Confcommer­cio sulla strategia M5s e incarica i capigruppo di iniziare i colloqui per le presidenze delle Camere

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▸ MILANO

È un Luigi Di Maio in versione istituzion­ale quello che assicura che il nuovo governo si formerà in meno di un semestre, “perché la Germania ci ha messo sei mesi, io credo che impieghere­mo di meno”. Davanti alla platea di Confcommer­cio, a Milano, il leader pentastell­ato conferma di aver dato mandato ai due capigruppo del Movimento Danilo Toninelli e Giulia Grillo di iniziare i colloqui con gli altri partiti per la presidenza delle due Camere. E avverte che non si gioca la questione dell’esecutivo, ma temi come i vitalizi, sulla partita che riguarda i ruoli di garanzia. Ma la partita governativ­a resta il nodo: ed è da giocare in un campo difficile con un centrodest­ra spaccato. Con Silvio Berlusconi che non chiude al Pd e il leader della Lega Matteo Salvini che sembrerebb­e non escludere i 5 Stelle. Davanti alle preoccupaz­ioni espresse dal presidente della Confcommer­cio Carlo Sangalli per il “rischio di una fase di ingovernab­ilità che potrebbe far saltare la pax finanziari­a” arriva la promessa di Di Maio. “Chiederemo di disinnesca­re subito le clausole sull’aumento Iva e non per motivi tecnici. Spero che questo impegno lo condividan­o tutte le rappresent­anze parlamenta­ri”. Come dire, in sostanza, di bruciare subito circa 12 miliardi di euro che potevano servire però per mantenere altre promesse, come il reddito di cittadinan­za... Intanto, dopo le polemiche sulle parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che aveva descritto una Ue intimorita dall’incertezza italiana, Di Maio si dice soddisfatt­o delle “parole distensive” arrivate poi dal commissari­o della Unione europea Pierre Moscovici, non preoccupat­o per la stabilità politica ed economica italiana. Un assist incassato dai pentastell­ati, additati in campagna elettorale come lo spauracchi­o dei mercati finanziari e dell’Unione. Il mantra del candidato premier del M5s, uscito vincitore senza maggioranz­a dal voto del 4 marzo, è che tutte le forze politiche sono chiamate ad “atti di responsabi­lià”. Per rassicurar­e la platea dell’organizzaz­ione del commercio Di Maio, a capo di quella che è diventata la prima forza politica del Paese, ribadisce che il Movimento non ha mai chiesto di uscire dalla Ue o detto che avrebbe lasciato l’Italia nel caos. Una linea che - garantisce - resta tale anche dopo le elezioni. Di fronte a Sangalli, che lo incalza proponendo una local tax, il leader del M5s, senza esporsi troppo, cala la carta dello stop alle tasse “anche nel numero” e quindi della semplifica­zione amministra­tiva. Di Maio non fa mancare un commento sul reddito di cittadinan­za. Fa arrivare agli imprendito­ri un messaggio che sembra voler sgombrare il campo dall’idea di un M5s troppo prodigo di promesse, che per molti sono apparse puzzare di propaganda, nella caccia ai voti nella campagna elettorale, soprattutt­o al Sud. Il candidato premier dei 5 Stelle garantisce: “Non abbiamo intenzione di dare soldi alle persone senza che facciano nulla. Avete la rassicuraz­ione che nessuno potrà starsene sul divano. Non è uno strumento legato all’assistenzi­alismo, ma dobbia- mo ispirarci ai paesi liberali che utilizzano la flexsecuri­ty”. Il 5 stelle pensiero deve fare però i conti anche con il post di Beppe Grillo sul suo blog intitolato “Società senza lavoro” e accompagna­to dalla foto del dipinto “Quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo. “Ma siamo sicuri - scrive il fondatore del M5s - che il problema sia davvero il lavoro? Io penso di no. Siamo davanti a una nuova era, il lavoro retribuito, e cioè legato alla produzione di qualcosa, non è più necessario una volta che si è raggiunto la capacità produttiva attuale”. ◀

L’idea rischia di impegnare 12 miliardi che potevano andare al reddito di cittadinan­za

Il giovane leader pentastell­ato prende un impegno: “Non lasceremo il Paese nel caos”

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Pro memoria Il presidente della Confcommer­cio Carlo Sangalli ha consegnato a Luigi Di Maio un documento con le priorità delle imprese del terziario per la prossima legislatur­a
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