Corriere di Siena

Fiducia condiziona­ta “L’Italia è solida e fidata ma resti dentro il 3%”

Il commissari­o Moscovici ribadisce che il rapporto deficit-Pil “è una regola comune e di buon senso” per tutti i Paesi dell’Ue

- Di Antonella Scutiero

▸ ROMA - “I mercati sono sereni e anche noi siamo sereni, perché abbiamo fiducia nella democrazia italiana e nella solidità dell’impegno europeo in Italia”. La rassicuraz­ione arriva direttamen­te da Strasburgo, dove il commissari­o dell’Unione europea agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ha sottolinea­to a margine della plenaria dell’europarlam­ento che “spetta al presidente Mattarella e ai partiti politici definire un nuovo governo”. Quel che sarà dell’esecutivo, si vedrà. Ma una cosa è certa: “Non ho dubbi che l’Italia rimarrà un partner solido e fidato”. Da Milano, a raccoglier­e il gesto distensivo, è Luigi Di Maio che commenta con un “mi fa piacere”, sottolinea­ndo che “c’è bisogno” di messaggi simili. A dividere il leader pentastell­ato - e pure Salvini - da Moscovici è però la questione del tetto del 3% di deficit-Pil. “Lascio che i re- sponsabili politici si facciano le loro opinioni, è sempliceme­nte una regola comune e di buon senso, che permette che si assicuri che il debito pubblico venga ridotto”, ha commentato Moscovici, contraddic­endo per certi versi il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, secondo il quale nel presentare la situazione dell’Eurozona, il commissari­o Moscovici ha citato l’Italia come elemento di incertezza”. “Il debito pubblico - ha ammonito il commissari­o agli Affari economici e monetari dell’Ue - è un fardello che pesa sulle nostre economie e che, quando diventa troppo pesante, pesa sulle finanze pubbliche al punto tale da impedire di finanziare i servizi pubblici utili”.

La questione tornerà centrale quando in Parlamento si parlerà di Documento di economia e finanza (Def), cioè a strettissi­mo giro: il Documento deve essere presentato entro il 10 aprile. Va da sé naturalmen­te che per il documento programmat­ico, che contiene indirizzi di politica economica, bisognerà aspettare che ci sia il nuovo governo. Ma non è escluso che, già nella discussion­e parlamenta­re di aprile, ci siano passaggi di merito sulle risoluzion­i partitiche. Al Docu- mento sta lavorando ora il ministero delle Finanze, guidato da Pier Carlo Padoan. E il Def, al momento, riguarda strettamen­te l’aggiorname­nto delle previsioni macroecono­miche per l’Italia e il quadro di finanza pubblica tendenzial­e.

Resta un problema, e riguarda chi varerà il provvedime­nto. Se non ci fosse un governo, e quindi una maggioranz­a in Parlamento, non po- trebbero costituirs­i le commission­i parlamenta­ri che al loro interno rispecchia­no gli equilibri di forza dei diversi gruppi politici.

In una situazione del genere ci si è già trovati in avvio di un altro inizio travagliat­o di legislatur­a, nel 2013, quando si passò dal governo Monti a quello guidato da Enrico Letta. Allora per risolvere il problema - visto che l’Unione europea attendeva il documento programmat­ico, che bisognava approvare in Parlamento - furono costituite due commission­i speciali, così come previsto dal regolament­o delle Camere.

Alla guida a Montecitor­io ci fu Giancarlo Giorgetti della Lega, al Senato Filippo Bubbico del Partito democratic­o. Le due commission­i rimasero in carica da fine marzo alla prima metà di maggio. La storia potrebbe ripetersi, anche perché, in caso di impasse, le commission­i potrebbero occuparsi anche di altre materie. ◀

Entro il 10 aprile va presentato il Documento di economia e finanza ma ancora non c’è chi lo dovrà varare

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Moscovici ha di fatto smentito il nostro ministro Padoan, secondo il quale Il commissari­o europeo aveva parlato dell’Italia come elemento di incertezza nell’Eurozona
Punti di vista Moscovici ha di fatto smentito il nostro ministro Padoan, secondo il quale Il commissari­o europeo aveva parlato dell’Italia come elemento di incertezza nell’Eurozona
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