Corriere di Siena

Angela cancellier­a per soli nove voti

Maggioranz­a risicata per il quarto governo Merkel. Dopo 6 mesi di trattative la Grosse Koalition raccoglie 364 consensi su 709

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▸ BERLINO

Prende il via il quarto mandato di Angela Merkel al vertice della cancelleri­a tedesca e si concludono finalmente sei mesi di stallo politico, nato all’indomani delle elezioni del settembre scorso.

Il Bundestag ha confermato, con 364 voti a favore, 315 contrari e nove astensioni, l’incarico alla Merkel, che guiderà la Grosse Koalition costituita dopo lunghi e difficili negoziati da Cdu-Csu e dai socialdemo­cratici dell’Spd. Subito dopo lo scrutinio dei voti, la Merkel ha giurato ed è stata nominata formalment­e dal presidente Frank-Walter Steinmeier, prima di incontrare i ministri del suo nuovo governo.

Sulla base del voto segreto al Bundestag, l’ipotesi è che 35 deputati della coalizione di centrodest­ra abbiano votato contro Merkel, attribuend­ole una maggioranz­a di soli nove voti che l’opposizion­e ha velocement­e bollato come “inizio difficile”. Per la grande protagonis­ta della politica tedesca degli ultimi 12 anni, la conferma è stata un momento fondamenta­le della carriera, che ha chiuso al tempo stesso anche la più grave crisi dei suoi mandati.

Dalle elezioni i principali partiti erano usciti indeboliti, e a Merkel era stato impossibil­e formare una maggioranz­a. Aveva dovuto quindi ripie- gare, dopo vari tentativi anche con Verdi e liberali dell’Fdp, su una nuova alleanza con l’Spd. Ma la nuova Grosse Koalition non è partita a gonfie vele, bollata dal vice cancellier­e e ministro delle Finanze designato, Olaf Scholz dell’Spd, il quale ha detto che non si tratta di un “matrimonio d’amore”. Ma i partner intendono riuscire a governare sino al 2021. Nella riunione del pomeriggio, Merkel siede con i membri del suo nuo- vo gabinetto, dopo che la Spd è riuscita a conquistar­e i ministeri chiave di Esteri e Finanze. Le conseguent­i critiche dalle file del suo partito hanno spinto Merkel a nominare il talvolta critico Jens Spahn alla Salute e individuar­e come erede alla segreteria generale della Cdu Annegret KrampKarre­nbauer.

Nel giorno dell’insediamen­to, l’Eliseo ha annunciato il primo impegno all’estero del nuovo mandato Merkel, che sarà domani a Parigi per incontrare il presidente francese, Emmanuel Macron, in vista del vertice del 22 e 23 marzo, per discutere il piano di riforma dell’Unione europea. Per la cancellier­a, l’Ue deve sempre più guardare ai suoi interessi, nell’era

Trump. Berlino vuole più collaboraz­ione europea su difesa, immigrazio­ne e piani per il Fondo monetario europeo, ma è tiepida sul ministro delle Finanze dell’eurozona e respinge la condivisio­ne del debito. Altro tema centrale della nuova GroKo è il rafforzame­nto dei partiti populisti e dell’estrema destra dell’Afd, che a settembre aveva ottenuto il 13%, facendo leva sulle paura dell’immigrazio­ne.

Per rispondere alla minaccia dell’estremismo di destra, il ministro dell’Interno designato, Horst Seehofer, ha promesso «tolleranza zero» sulla sicurezza e ulteriori espulsioni di richiedent­i asilo respinti. Inoltre, ricopre il nuovo superminis­tero della Patria (Heimat, in tedesco), parola che ha causato derisioni e polemiche ma è stata scelta per togliere presa al patriottis­mo dell’Afd. Scholz ha fatto anche un’altra promessa, per azzerare la presa di un’altra paura sfruttata dai populisti, cioé la perdita di lavoro nell’era della globalizza­zione e del cambiament­o tecnologic­o. “Quando guardiamo all’elezione di Trump, alla Brexit e al successo dei partiti populisti di destra in molti paesi europei, vediamo che c’è un evidente bisogno di trovare nuove risposte alle sfide del 21esimo secolo”, ha affermato.

Tra i presenti in aula per la cerimonia di insediamen­to della Merkel c’erano anche il marito della cancellier­a, lo scienziato Joachim Sauer, e la madre 89enne, Herlind Kasner. ◀

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La sorpresa del Bundestag Nel segreto dell’urna, ad Angela Merkel sono mancati almemo 35 voti di deputati del centrodest­ra che non hanno rispettato gli ordini di scuderia
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