La sindrome del “non dolore”, una scoperta nata a Siena
Nell’ambito della prevenzione e della ricerca scientifica gli scenari sono in continua evoluzione
▸ SIENA
La salvaguardia della salute è un percorso evolutivo: oggi molte delle figure specialistiche che operano all’interno del sistema sanitario una volta non ne facevano parte, ed è probabile che il consesso delle figure mediche venga in futuro ulteriormente rivisto. Quello dei nutrizionisti è l’esempio di una delle figure più recenti, emerse probabilmente anche in virtù dell’ampliarsi delle esigenze di cura e approfondimento legate all’alimentazione. Attualmente un nutrizionista è colui che può elaborare comportamenti dietetici: in Italia sono autorizzati a svolgerla i biologi, i dietisti o i medici con specifici ambiti di autonomia: la diagnosi resta appannaggio del medico, mentre il nutrizionista può elaborare in proprio le terapie sulla base della prescrizione medica. Nondimeno, queste figure collaborano spesso con il personale medico tipico per inseguire nuove frontiere: Anna Maria Aloisi, fisiologa e già membro di SinutriWells, ha firmato recentemente un innovativo studio internazionale sulla mutazione genetica del dolore, frutto delle osservazioni condotte nell’arco di 10 anni su una famiglia senese, i Marsili, portatrice di una rarissima sindrome che causa insensibilità al dolore stesso: tra i primi ad approfondire il caso, all’epoca, c’era anche Silvia Migliorini. ◀