Corriere di Siena

Tajani avverte Salvini “Forza Italia determinan­te”

Centrodest­ra ancora in fermento. Berlusconi non ci sta ad essere messo da parte e ha pronte le contromisu­re nel caso in cui la Lega si allei con M5s

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▸ ROMA

La resa dei conti ci sarà domani a cena a palazzo Grazioli, quando Matteo Salvini riferirà, a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, dei primi contatti avuti in questi giorni con cinquestel­le, Pd e Leu sulle presidenze delle Camere. I nervi sono tesi nella coalizione, lo scambio di messaggi di questi, tutti rigorosame­nte a distanza, sono stati taglienti e soprattutt­o hanno messo in evidenza una difformità d’intenti tra il leader del Carroccio e il cav. Forza Italia rivendica la sua posizione e soprattutt­o i numeri, in particolar­e in Senato, dove il gruppo (con l’aggiunta dei 4 senatori dell’Udc) ha raggiunto quota 61, mentre la Lega è ferma a 58.

Lo stesso Antonio Tajani ribadisce i ruolo del partito, anche per tranquilli­zzare la famiglia dei moderati del Ppe, preoccupat­o per l’avanzata dei sovranisti anche in Italia. «Siamo una coalizione, non un partito unico. Forza Italia rimane determinan­te, la sua identità è decisiva per dare equilibrio al centrodest­ra - sottolinea - Anzi ce n’è tanto più bisogno oggi, perché è l’unica forza garante di stabilità». Berlusconi non ci sta a essere messo da parte e soprattutt­o giudica innaturale una alleanza con il Movimento 5 stelle che reputa «una setta» di «inaffidabi­li». La linea coincide con quella di Meloni, che di inciuci non ne vuole sentire parlare, semmai si può tentare di un appoggio con i singoli parlamenta­ri o su singoli provvedime­nti per raggiunger­e la maggioranz­a che serve per governare, ma sempre a guida centrodest­ra. E questo non escludereb­be il Partito democratic­o a cui invece Salvini continua a chiudere la porta. I messaggi inviati dagli azzurri e da Fratelli d’Italia non sono stati mai così chiari: Salvini è il leader del Carroccio e non del centrodest­ra. E sulla questione presidenze, su questo l’asse con Fdi è saldo, o «Salvini sceglie la premiershi­p o lo scranno più alto di palazzo Madama. Tutto non può avere».

Gli emissari dell’ex premier quindi sono a lavoro, «da tempo» confermano fonti interne, per creare un canale

di dialogo con il Partito democratic­o. Forza Italia crede che il centrodest­ra unito, con l’appoggio del Pd, ovviamente esterno, possa dare al Paese la stabilità che merita. E i numeri lo confermere­bbero: la maggioranz­a arriverebb­e a 377, oltre la soglia dei 316, e in Senato di 185, oltre i 158 necessari. Certo il centrodest­ra non potrebbe essere a guida Salvini, su cui i Dem non intendono scendere a compromess­i. Berlusconi perciò tiene in caldo l’opzione Tajani, ma le antenne sono più che alzate, il sospetto che si crei un asse Lega-M5S non è affatto da escludere. Quindi se dovesse uscire dalla cena di mercoledì con una posizione irremovibi­le del leader del Carroccio, con la pretesa di prendersi il Senato e andare al Colle come leader e un accordo con i cinquestel­le per governare, Berlusconi già ha pronte le contromisu­re. Prima di tutto potrebbe armare un blitz per la presidenza del Senato, con il sostegno trasversal­e su un nome di alto profilo a cui il Pd non può dire di no. La pazza idea di Berlusconi è far uscire dal segreto dell’urna il nome di Emma Bonino, farla arriva al ballottagg­io e vedere chi non voterebbe a

suo favore. Altra mossa è andare alle Consultazi­oni con il capo dello Stato Mattarella separatame­nte. O meglio, non sostenere l’eventualit­à che la coalizione si presenti al completo al Quirinale. Berlusconi faccia a faccia con il presidente della Repubblica difenderà il risultato della coalizione, quasi vicina al 40 per cento, prospettan­do un governo di centrodest­ra, ma senza mai nominare il nome di Salvini. In fondo «dal 4 marzo non lo ha mai fatto», fanno notare fonti autorevoli. Intanto ieri Salvini era a Udine e ha esordito dicendo: «Con Berlusconi siamo d’accordo su tutto». E in una nota la Lega parla di una «telefonata cordiale tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che hanno confermato gli impegni già presi nell’ambito della coalizione».

A Udine Salvini ha partecipat­o in un teatro gremito a un incontro pubblico e proprio in Friuli Venezia Giulia è in atto di una querelle che dura ormai da settimane sul candidato del centrodest­ra alle prossime elezioni regionali del 29 aprile.

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Faccia a caccia Antonio Tajani a Matteo Salvini: “Siamo una coalizione, non un partito unico”
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