Corriere di Siena

Icardi giura fedeltà ai nerazzurri

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▸ MILANO

Da un lato giura fedeltà ai colori nerazzurri, dall’altro ammette che i 110 milioni di euro della clausola rescissori­a potrebbero essere pochi. Mauro Icardi si confessa in una lunga intervista alla rivista “Undici” parlando anche del proprio futuro. “Io mi vedo qua. Spero di fare una lunga strada all’Inter, voglio vincere qualcosa con questa maglia - ha assicurato - A 40 anni non sarò nel mondo del calcio, non farò l’allenatore o il dirigente, sono ruoli che non mi piacciono. Credo proprio che farò il papà a tempo pieno, a casa, con la mia famiglia. Pochi i 110 milioni di euro della clausola? Dopo quello che è successo nell’ultimo mercato forse avete ragione! Però questa della clausola è una cosa che abbiamo discusso con la società e si è deciso di fare così. Ma in società sanno tutti quello che penso io, quello che voglio io. E siamo tutti molto tranquilli”. Tornando al presente e all’obiettivo stagionale Icardi ha ammesso che “abbiamo in testa l’obiettivo che ci chiedono tutti: la società, il presidente, fino all’ultima persona che lavora qui. Lo sappiamo tutti: dobbiamo tornare in Champions League - ha proseguito - Il rapporto col mondo nerazzurro? Essere il capitano dell’Inter per me non è difficile, ho la personalit­à per farlo tranquilla­mente. Essere il capitano dell’Inter è la mia missione. E io sono orgoglioso di tutto questo. E soprattutt­o interista: io sono interista da quando ero piccolo, perché giocavo alla Play Station e prendevo sempre l’Inter, sempre. La sceglievo perché c’era Adriano davanti che mi piaceva tanto”. L’attaccante argentino ha poi ricordato il suo addio al Barcellona. “Abbiamo un po’ litigato, però ho deciso di venire qua in Italia perché ero convinto di poter fare meglio che in Spagna. Al Barcellona in quel momento lì non era facile - ha spiegato - Qua mi hanno dato subito la possibilit­à di giocare ad alti livelli ed era il mio obiettivo. Vestire la maglia azzurra? C’era la possibilit­à, mi hanno chiamato per l’Under e ho litigato con quelli della Samp perché io non volevo andare, io volevo l’Argentina. Anche gli spagnoli ci hanno provato, hanno chiamato mio padre, ma io ho sempre scelto l’Argentina. E ce l’ho fatta: è stata dura ma ho raggiunto il mio obiettivo”. A proposito del ruolo fondamenta­le di sua moglie, nonché procuratri­ce, Wanda Nara, ha raccontato che “quella che fa tutto è lei, non sono io. Lei porta i bimbi a scuola, ai compleanni, fa tutto a casa, va di qua e di là. Cerca sempre il meglio per me e per la nostra famiglia - ha concluso l’attaccante dell’Inter - Cosa non rifarei? L’anno scorso, con il libro. Una cosa brutta per tutti”. ◀

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