Corriere di Siena

Per il Senato spunta il nome di Paolo Romani che rinsalda Lega e Forza Italia

Salvini, in cambio, avrebbe ottenuto da Berlusconi il via libera alla candidatur­a di Fedriga al Friuli Venezia Giulia. I grillini si concentran­o sulla Camera

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▸ ROMA

Ruota all’infinito la girandola di nomi sui presidenti delle Camere, ma c’è una data precisa - questo venerdì - entro cui si dovrà fermare e permettere alle assemblee di eleggere i successori di Laura Boldrini e Pietro Grasso, i cui nomi dovrebbero conoscersi già giovedì. Il rebus per ora non è risolto. M5s e Lega possono anche accordarsi sui presidenti però è alquanto improbabil­e che Salvini decida di rompere adesso con Silvio Berlusconi, tanto più che l’ex Cavaliere vuole essere della partita anche in vista del futuro esecutivo e, soprattutt­o, per il fatto che ieri - dopo un colloquio telefonico tra il laeder di Forza Italia e quello della Lega - sono cominciate a circolare voci di un accordo per dare insieme il via libera alla presidenza del Senato a Paolo Romani.

Il centrodest­ra, infatti, ha i numeri per ottenere da solo questo obiettivo se vota compatto un candidato a partire dalle votazioni di ballottagg­io conseguent­i quelle che non raggiunger­anno il quorum.

In cambio la Lega avrebbe da Forza Italia il via libera alla candidatur­a alla guida del Friuli Venezia Giulia (qui si voterà il 29 aprile) di Massimilia­no Fedriga al posto di Renzo Tondo.

Intanto i cinquestel­le proseguono con il loro secondo giro di consultazi­oni senza sostanzial­i novità, se non l’assicurazi­one ai partiti di minoranza che verranno scelte figure di garanzia.

Alla Camera, invece, dove va la preferenza dei cinquestel­le, si rincorrono i nomi di Riccardo Fraccaro (già candidato al ministero per le Riforme), del giornalist­a Emilio Carelli e di Roberto Fico che però potrebbe essere considerat­o una figura troppo radicale e soprattutt­o potrebbe non fare gioco a Di Maio qualora il leader Cinquestel­le non riuscisse a diventare premier. I capigruppo Toninelli e Giulia Grillo assicurano che nessun partito di quelli incontrati nella seconda tornata di colloqui ha espresso «contrariet­à» all’ipotesi che la presidenza di Montecitor­io vada al M5s. Per il centrodest­ra e per Montecitor­io resta comunque in pole Giancarlo Giorgetti, non disprezzat­o neppure dai Dem. Oltre ai nomi dei presidenti delle Camere sono in gioco anche le vicepresid­enze e gli altri componenti degli uffici di presidenza, vale a dire questori e segretario d’aula. E qui potrebbe tornare in scena il Pd che attraverso il segretario reggente, Maurizio Martina, ha più volte sottolinea­to come a ruoli invertiti i deputati democratic­i sostennero Di Maio vicepresid­ente della Camera. La stessa delegazion­e di Forza Italia ha detto ai capigruppo Cinquestel­le, Giulia Grillo e Toninelli, che sugli uffici di presidenza l’accordo non può pre- "Mah, la gente mica ci ha creduto alla promessa. Ha pagato soprattutt­o la rabbia degli italiani. Pensate invece quando abbia pagato per il successo della Lega la vicenda di Macerata, presentata dai media come il razzismo avanzante e invece la gente l'ha interpreta­ta come un segno di un pericolo di altro genere". ◀ scindere dal Partito democratic­o e da Liberi e Uguali. Tra le ipotesi che si fanno strada in casa Dem per un’eventuale vicepresid­enza c’è quella di Ettore Rosato. Ma Martina dopo l’incontro è stato chiaro: «Ci hanno parlato ancora una volta del metodo da usare per la scelta dei presidenti delle Camera, siamo d’accordo se c’è massima condivisio­ne. Ma non hanno avanzato alcuna proposta concreta né fatto nomi. Rivedersi? Non credo, magari ci risentirem­o». Domani, infine, il calendario degli eventi politici vede in programma l’atteso summit del centrodest­ra a palazzo Grazioli, al termine del quale dovrebbero essere ufficializ­zate tutte le scelte della coalizione. ◀

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