Corriere di Siena

Anche nella casa dei grillini ci sarà posto per i voltagabba­na

Il nuovo statuto del M5s di Camera e Senato apre a parlamenta­ri in uscita da altri gruppi politici. Chi lascia dovrà versare una penale da 100mila euro

- Di Dario Borriello

▸ ROMA - Il punto di svolta del nuovo statuto del Movimento 5 stelle di Camera e Senato è di sicuro l’apertura all’ingresso di parlamenta­ri in uscita da altri gruppi politici. Un cambiament­o “istituzion­ale” che non è andato giù all’intera truppa pentastell­ata, infatti in tre hanno espresso voto negativo durante l’assemblea congiunta di martedì scorso, che sebbene non sposti gli equilibri su una pattuglia di oltre 200 parlamenta­ri, resta comunque una nota da cerchiare in rosso per il M5s. “Eventuali richieste di adesione provenient­i da deputati precedente­mente iscritti ad altri gruppi potranno essere valutate, purché siano incensurat­i, non siano iscritti ad altro partito, non abbiano già svolto più di un mandato elettivo oltre quello in corso, ed abbiano accettato e previament­e sottoscrit­to il Codice etico”, recita quel pezzetto di articolo 1 che oggi fa molto scalpore.

Ma ci sono anche altri punti interessan­ti nel documento. Ad esempio al comma 5 del capitolo dedicato alle sanzioni si legge: “Il deputato che abbandona il gruppo parlamenta­re a causa di espulsione ovvero abbandono volontario ovvero dimissioni determinat­e da dissenso politico, sarà obbligato a pagare, a titolo di penale, al Movimento 5 stelle, entro dieci giorni dalla data di accadiment­o di uno dei fatti sopra indicati, la somma di euro 100mila”. Una multa salatissim­a, che di fatto introduce una sorta di vincolo di mandato, anche se solo dal punto di vista economico. Inoltre, gli “strumenti ufficiali per la divulgazio­ne delle informazio­ni, nonché mezzi per l’acquisizio­ne dell’indirizzo politico e dei contributi partecipat­ivi dei cittadini all’attività politica ed istituzion­ale” sono il Blog delle stelle e il sito della piattaform­a Rousseau.

In questa legislatur­a, poi, “ogni assenza dai lavori, incluse le missioni, deve essere motivata e comunicata, in forma scritta via e-mail, ai segretari d’aula se si tratta dei lavori d’aula e al capogruppo della commission­e, se si tratta dei lavori di commission­e”. Per il Movimento sono punibili “reiterate ed ingiustifi­cate assenze dai lavori”, sia della Camera di appartenen­za che del gruppo, “reiterate violazioni dello Statuto e del Codice etico”, “mancate dimissioni dalla propria carica in caso di condanna penale, ancorché non definitiva”, “mancato rispetto delle decisioni assunte dall’assemblea degli iscritti con le votazioni in rete”, “mancato rispetto delle decisioni assunte dagli altri organi del M5s”, “mancata contribuzi­one economica alle attività del Movimento”, “comportame­nti suscettibi­li di pregiudica­re l’immagine o l’azione politica del M5s o di avvantaggi­are altri partiti”, “comportame­nti connotati da slealtà e scorrettez­za nei confronti degli altri iscritti e eletti”, “mancata cooperazio­ne e coordiname­nto con gli altri iscritti, esponenti e eletti, anche in diverse assemblee elettive” e “tutte le condotte che vìolino, del tutto o in parte, la linea politica dell’Associazio­ne Movimento 5 stelle”. Infine il capitolo economico. L’articolo 3 del Codice etico, che è parte integrante delle regole per i parlamenta­ri pentastell­ati, obbliga i portavoce “a contribuir­e personalme­nte all’attività del Movimento 5 stelle con uno specifico onere di concorso economico, proporzion­ale alle indennità percepite per coloro che sono eletti ovvero designati nelle istituzion­i nei termini infra meglio precisati”. Piccola postilla conclusiva: i deputati e senatori M5S sono tenuti a “votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del Consiglio dei ministri espression­e del Movimento”. Mani libere, dunque, in caso di terza via per il governo.

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