Pd, appello di Martina “Decidiamo uniti”
Calenda: no a M5s o mi dimetto
Il Partito democratico rischia di imbrigliarsi nell’ennesimo travaglio interno, con le correnti che fanno da forza centripeta. E il rischio è l’implosione, la frammentazione, se non addirittura l’ennesima spaccatura. Il segretario reggente sa che la «situazione è complicata» ma la volontà è quella di «combattere» e di provarci «fino in fondo». «Rispetto il travaglio che c’è con i nostri elettori - ammette Dobbiamo parlarne. Ma penso che si debba accettare la sfida del confronto: non so se ce la faremo» a condurre in porto il dialogo per il governo tra Pd e M5s. Certo non si può arrivare alle calende greche, il capo dello Stato non lo permetterebbe, ecco allora l’appello di Martina: «Non ho nessuna difficoltà di dire che per questo passaggio c’è bisogno del contributo di tutti nel partito, anche di Renzi». Tuttavia «penso che questa sfida vada accettata: ritengo il percorso che il Pd deve giocare all’attacco. Sfidiamo fino in fondo il M5S». La diversità di vedute è evidente con Matteo Renzi, che non nasconde la sua contrarietà a un eventuale accordo con i 5Stelle e figuriamoci poi se l’intesa prevedesse Di Maio premier. Il silenzio assordante dell’ex premier fiorentino irrompenelle parole dei suoi fedelissimi, che anziché spianare la strada della trattativa continuano a mettere i bastoni tra le ruote. Spicca Carlo Calenda, che in un tweet conferma: «Sono contrario a un’alleanza con il M5s». Se invece si andasse verso questa strada, insiste il ministro, «confermo» l’uscita dal Pd.