Corriere di Siena

Renzi stronca il governo Pd-M5s

“Sarebbe una presa in giro”

- Matteo Bosco Bertolaso

Un’intesa tra dem e 5Stelle? “Sarebbe una presa in giro verso gli italiani, e noi non dobbiamo prendere in giro gli italiani”. Matteo Renzi, ospite ieri sera di Che tempo che fa, è chiaro: ci si può sedere al tavolo con Luigi Di Maio, ma non ci sarà un governo dem-grillino. La disponibil­ità dell’ex segretario, invece, è ben diversa se si trattasse di riscrivere le regole del gioco, andando verso quel modello francese con ballottagg­io che è tanto caro all’ex premier. Premesso che per Renzi è impensabil­e un’intesa M5s-Pd, se nemmeno l’altro forno, quello M5s-Lega, dovesse dare risultati, allora “ci vuole qualcuno che prenda il coraggio di dire che il sistema non funziona”, perché dal 4 dicembre 2016 questo Paese è bloccato: in quella data, fatale per l’ex segretario Pd, non sono state introdotte la riforma costituzio­nale e la legge elettorale che avrebbero portato a un ballottagg­io. Lo stesso Renzi vede per i suoi avversari “un contrappas­so dantesco, perché anche Salvini e Di Maio avrebbero avuto tutto l’interesse a fare un ballottagg­io”. “Io temo per il gioco democratic­o - prosegue l’ex premier, ospite di Fabio Fazio - perché il punto è che noi andiamo dai cittadini a chiedere il voto e poi non succede niente, e questo non va bene”. Renzi, che ha sempre a modello la sua epoca d’oro da primo cittadino di Firenze, sostiene che “c’è solo un livello istituzion­ale dove i cittadini si sentono coinvolti, ed è quello dei sindaci, dove c’è il ballottagg­io: se il sindaco non fa le cose bene, grazie anche ad una più piccola realtà territoria­le, gli si può chiedere conto delle sue azioni”. Nella mattinata di ieri, con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, Di Maio aveva lanciato un appello al Pd, individuan­do “i principali punti in comune tra il nostro programma e il loro”. La richiesta è questa: “Realizziam­oli per il bene superiore degli italiani”, ha scritto il leader pentastell­ato, professand­osi “fiducioso perché sulla carta - la carta dei programmi - ci sono tanti punti di convergenz­a che vanno nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini”, che è “nostro unico interesse”. Entrando nel merito, il leader M5s affronta i nodi dell’immigrazio­ne (dove c’è si può superare il sistema di Dublino con una “comune volontà di aumentare le risorse per cyber security e nuovi agenti nelle forze dell’ordine”); del reddito di cittadinan­za (necessario perché i fondi del Reddito di inclusione voluto dal Pd “non sono sufficient­i”); del lavoro (dove “si può partire dal salario minimo orario, obiettivo condiviso anche dal Pd”) e soprattutt­o la reintroduz­ione dell’articolo 18. Quella firmata da Di Maio viene però liquidata come “una letterina di Natale” dal presidente del Pd, Matteo Orfini. E Renzi, usando parole simili, sfida i 5Stelle a un confronto in streaming, come il Movimento chiedeva cinque anni fa: in questo modo, per l’ex segretario dem, si potrebbe “capire se hanno cambiato idea sui vaccini, sul reddito di cittadinan­za, sull’Ilva”.

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 ??  ?? Parlare sì, ma non di governo L’unica disponibil­ità data da Renzi a un eventuale confronto con Di Maio è solo per confrontar­si con l’obiettivo di riscrivere le regole del gioco
Parlare sì, ma non di governo L’unica disponibil­ità data da Renzi a un eventuale confronto con Di Maio è solo per confrontar­si con l’obiettivo di riscrivere le regole del gioco

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