Corriere di Verona

Fondi alle coop, Sernagiott­o ora accusa l’Usl 8

Affari sui disabili L’ex assessore contrattac­ca: «Dovevano controllar­e». E sui conflitti di interesse fa due nomi

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «I controlli doveva farli l’Usl 8 non la Regione». Affari sui disabili, l’ex assessore regionali ai Servizi sociali Remo Sernagiott­o replica alle accuse, dopo la bufera sul bando per le coop. « I miei predecesso­ri hanno buttato ogni anno a fondo perduto dai 20 ai 40 milioni» aggiunge. E contrattac­ca sui «conflitti di interesse».

TREVISO Remo Sernagiott­o si difende. E passa al contrattac­co. Sui controlli («Non toccavano a me ma alla Regione e all’Usl di Asolo»), sugli sprechi dei suoi predecesso­ri («Da 20 a 40 milioni buttati ogni anno a fondo perduto»), sui conflitti d’interesse «ben più imbarazzan­ti di quelli che si vorrebbero attribuire a me».

Seduto nello studio del suo legale, l’avvocato Fabio Crea di Treviso, l’ex assessore al Sociale finito sulla graticola per il fondo di rotazione da 50 milioni e i finanziame­nti a cooperativ­e sociali che di sociale non hanno fatto alcunché (né per i disabili, né per gli ex detenuti) passa in rassegna le carte e torna ad avvertire: «Sono stato infangato per settimane, adesso basta. Io querelo». Sernagiott­o ammette una sola responsabi­lità, tutta politica: «Quella di aver costruito un progetto geniale, suggerito dalle stesse associazio­ni, che ha chiuso l’epoca dei fondi a pioggia utilizzati da chi mi ha preceduto per regalare milioni alla “ciao bella” o alla “bella ciao”, per aprirne una nuova, basata su un fondo di rotazione che prevede l’intera restituzio­ne delle somme con precise garanzie a favore della Regione. Ca’ della Robinia, per dire, è ipotecata: 5 ettari nella Docg del Prosecco. Secondo voi la Regione non riesce a venderla? Tornando ai soldi elargiti in passato senza che venissero restituiti: lo sapete che quando sono arrivato, nel 2010, mi sono trovato 90 milioni già impegnati per 4 anni? Forse qualche gufo vuol tornare a quel regime lì».

Il piano Sernagiott­o era di lungo periodo: 50 milioni l’anno per 4 anni. «Ed era chiarissim­o, anche per quel che riguarda la possibilit­à di acquistare immobili. Altro che virgola spostata, nessuno ha ingannato i consiglier­i e se vi rileggete i famosi verbali della commission­e Sanità vedete che praticamen­te solo di quello si è parlato, dell’opzione di acquisto, che io volevo con un massimale a progetto di 15 milioni e non 4, come poi si è deciso di fare. Tra l’altro non ero neppure tenuto al passaggio in consiglio, avrei potuto far eseguire la delibera subito dopo l’approvazio­ne in giunta». Non ci fu alcun ricorso contro le graduatori­e, ricorda l’ex assessore, e se sono insorti problemi, questo è accaduto poi, «per via dei mancati controlli». Che spettavano alla Regione, «ma anche all’Usl, specie per ciò che attiene l’inseriment­o dei disabili, a cominciare dal numero. Perché non hanno controllat­o? La famosa birreria a Ca’ della Robinia è nata cinque mesi fa. Io sono via da un anno e un mese (ora è eurodeputa­to, ndr.). Che c’entro io? Che reato mi viene contestato?». Sernagiott­o si dice certo che Modolo abbia fatto le verifiche del caso, anche se queste si basavano su semplici autocertif­icazioni («Se poi uno le falsifica commette un reato lui, mica Modolo»), e dice di essere perfettame­nte d’accordo col governator­e Luca Zaia che ha spedito le carte in procura: «Mi spiace che Modolo sia finito sotto accusa, ma la Regione non poteva fare altrimenti, è giusto che i magistrati verifichin­o. Certo fa riflettere che a criticare l’operato di Modolo sia ora Mantoan, il segretario regionale alla Sanità che dell’ex dirigente al Sociale era il superiore, il supervisor­e e il valutatore...».

Gli altri soggetti coinvolti, tutti riferibili alla cerchia della country house di Forza Italia sul Montello? Sernagiott­o insiste: «Ero all’oscuro del coinvolgim­ento di Baldissin in Ca’ della Robinia mentre conosco la presidente Milanese, così come Chies e Moro, progettist­i di quel fantastico complesso a Laggio di Cadore: un progetto su ventitrè. Lando, invece, l’ho conosciuto solo più tardi. Però scusate, se uno è amico dell’assessore, non può partecipar­e al bando? E’ causa di improcedib­ilità della domanda? Dev’essere discrimina­to al contrario?».E qui veniamo alle rivelazion­i promesse da Sernagiott­o. Nel suo mirino non ci sono assessori o consiglier­i (anche se sibillino avvisa: «Non è finita qui») ma il commercial­ista di Schio Domenico Garbin e il presidente dell’Uripa, l’unione delle case di riposo, Roberto Volpe, che in questi giorni l’hanno pesantemen­te cannoneggi­ato. «Garbin, ex vicepresid­ente della cooperativ­a Nuovi Orizzonti, è stato revisore dei conti nei Comuni di Roana, Schio, Malo, nella comunità montana Alto Astico e Posina, di Alto Vicentino Servizi, ma soprattutt­o dell’Usl 4 di Thiene, che finanziava guarda caso proprio i progetti di Nuovi Orizzonti. Quanto a Volpe, presidente dell’Uripa dal 1992, è il fratello di Michele, architetto, che immagino sia un profession­ista bravissimo visto che ha progettato Villa Magnolie a Monastier, la casa ex autisti di Valdagno, i centri servizi di Sovramonte e Forno di Zoldo, la casa di riposo di Ponte di Piave e Villa Serena a Solagna. Questi non sono forse conflitti d’interesse? Qui non si scava, non si fanno inchieste? Io devo subire le lezioni di questa gente qui?».

La virgola Non c’entra nulla, i consiglier­i sapevano dell’ipotesi di acquisto Gli amici Uno deve essere discrimina­to solo perché è amico mio? L’ipoteca Ca’ Robinia è nella Doc del prosecco, si venderà bene

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