Corriere di Verona

La leghista e gli «sponsor» cattolici Un caso nella chiesa veronese La Lavarini in lista per Zaia, esponenti dell’associazio­nismo presenti all’annuncio «Difendo i deboli». Il vescovo: «Sostengo il progetto dietro la sua candidatur­a»

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Quella di Monica Lavarini, in corsa con la lista Zaia per le prossime elezioni regionali, è una candidatur­a sostenuta dalla Chiesa veronese? È la domanda che ci si fa - sottovoce, con un po’ di imbarazzo - negli ambienti legati al mondo cattolico. È una domanda che, a oltre vent’anni dalla scomparsa della Democrazia Cristiana e a molti di più ancora da quando le parrocchie orientavan­o in modo compatto il sostegno a certi candidati piuttosto che ad altri, pare fuori tempo, anacronist­ica. Eppure, se ce la si pone, c’è più di una ragione.

Di profession­e infermiera, già consiglier­a comunale della lista Tosi, poi ricandidat­a ma non eletta con la Lega Nord e mandata dallo stesso Flavio Tosi a presiedere gli Iciss, carica da cui lei stessa si è dimessa nel gennaio 2014 in polemica con il sindaco, la Lavarini non si è dimostrata almeno fino ad oggi una macchina da voti. Nemmeno un centinaio quelli conquistat­i nel 2007, raddoppiat­i poi nel 2012. E tuttavia negli ultimi anni ha coltivato con costanza i rapporti con associazio­ni di stampo cattolico, specialmen­te in campo sanitario (a partire dalla disabilità) e scolastico.

Presentand­o nei giorni scorsi la sua candidatur­a, si è palesata in conferenza stampa in compagnia della presidente­ssa dell’Unitalsi di Verona (l’associazio­ne che organizza i pellegrina­ggi a Lourdes) Grazia Quartaroli e del collaborat­ore dell’ufficio della pastorale scolastica Paolo Facchinett­i (anche consiglier­e comunale a Pescantina), ovvero due personae lità legate seppur indirettam­ente a uffici diocesani.

Il punto è che il gradimento verso la Lavarini pare essere stato espresso dal vescovo in persona, monsignor Giuseppe Zenti. Lo sussurrano alcuni preti, dietro garanzia dell’anonimato, come in confession­ale, con un misto di incredulit­à sconcerto: dopotutto Lavarini si candida con Zaia, e quindi con la Lega di Salvini, distante anni luce dai dettami cattolici dell’inclusione e dell’accoglienz­a.

C’è chi racconta di un incontro pubblico, in cui il presule avrebbe sponsorizz­ato la candidata davanti a una platea di referenti del mondo curiale. C’è chi sussurra di una lettera che sarebbe dovuta pervenire alle parrocchie con una sorta di indicazion­e (la lettera, comunque, non è mai arrivata). Sta di fatto che anche le chiese, di questi tempi, non sono certo impermeabi­li alla dialettica e al dissenso. E il malumore, per questa indicazion­e di voto attribuita alle alte sfere, serpeggia come non mai.

Lavarini, in realtà, liquida tutto questo come «folklore». «Io la candidata della Curia? In campagna elettorale si dicono tante cose. Io mi sono candidata solo perché il presidente Zaia si è impegnato a portare avanti il mio programma, incentrato sulla difesa dei diritti delle famiglie in stato di difficoltà negli ambiti sanitario, sociale debole, anziani soli con pensioni al minimo, il vasto mondo del volontaria­to. E poi c’è la questione delle scuole paritarie, che si devono indebitare per tirare avanti perché i contributi che a loro spettano di diritto vengono erogati con ingiustifi­cabili ritardi». Ovviamente, Lavarini non nega di essere vicina al mondo dell’associazio­nismo cattolico e anzi afferma sicura: «Solo io porto avanti questo programma».

E allora, si ripropone la domanda iniziale, che abbiamo girato alla persona che governa la Chiesa di Verona, ovvero lo stesso vescovo monsignor Giuseppe Zenti. «Io sostengo il progetto che c’è dietro alla candidatur­a - spiega - ovvero attenzione al sociale debole, e alle scuole cattoliche, una realtà che è spesso ignorata, che ha bisogno di aiuto. Sono temi su cui ho ripetuto più volte l’importanza, e non ho nessun problema a ribadirlo in pubblico».

Si vedrà ora la sera del 31 maggio se questo sostegno al «progetto» si tradurrà anche in un bottino di preferenze tale da consentire a Monica Lavarini di conquistar­e un seggio in consiglio regionale e, da quello scranno, portare avanti quel programma gradito anche al vescovo di Verona. (ha collaborat­o Davide Orsato)

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Presentazi­one La conferenza stampa di Monica Lavarini

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