Auto da 5 milioni e pezzi d’epoca Tutto quanto fa «Legend Cars»
Viaggio tra i padiglioni della Fiera. Nicolis: «Ricreato lo stile italiano»
« E quanto viene? » . «Cinque milioni di euro». Come l’Arena Rock di Torino. Come la spedizione azzurra agli ultimi mondiali di calcio in Brasile. A Verona Legend Cars si può guardare e, potendo, anche toccare. Antichi esemplari in esposizione. Pezzi di ricambio compresi volanti e marmitte. E poi nuovi motori fiammanti col prezzo sul parabrezza.
L’auto da 5 milioni, quella più costosa della Fiera, fa bella mostra di sé al padiglione 5, la propone Carmine Sessa di Art & Motors (Bussolengo) ed è la Zonda Roadster Cinque: cinque sono anche gli esemplari sfornati al mondo, la belva passa da 0 a 100 km orari in 3,4 secondi e da 100 a 0 (frena, amico) in 2,1 secondi. Il contrasto è forte: lì vicino scalpitano una Fulvietta da 12mila euro (produzione di casa Lancia, Torino, l’arco temporale è 1963-1976) e una Topolino (marchio Fiat, 1936-1955, Paolo Conte ci ha fatto una canzone) in listino a 9mila.
La prima edizione della rassegna d’auto d’epoca (e non) si spalma fino a domani, lungo questi cinque padiglioni, ed è sottotitolata «Le auto più belle del mondo sono qui». Una, la Delahaye 135 M, pezzo di lusso francese prodotto dal 1935 al 1954, è talmente bella da andare via già in mattinata, la mattinata di ieri, giorno di preview: chi sia l’acquirente l’azienda non lo rivela, semmai dallo stand si limitano a parlare di «prezzo importante, diciamo che con 80mila euro non ti compri nemmeno una ruota».
Il teatro dell’ideale «brum brum» è la Verona che diede i natali a Enrico Bernardi (18411919) cioè l’inventore del motore a scoppio. A lui è intitolato uno dei quattro club federati con l’Automotoclub Storico Italiano e parliamo del Veteran Car Club: «Siamo circa 100 soci». Sommati ai 550 del Veteran Car Club di Legnago, ai 200 del Benaco Auto Classiche e ai 1651 dell’Historic Car Club fanno almeno 2500 veronesi affiliati al mondo del motore vintage.
A proposito, lo stand del Museo Nicolis di Villafranca lambisce il gruppo delle Aston Martin (c’è la DB4, di poco precedente al modello usato nell’ultimo James Bond, Skyfall, anno 2012, regia di Sam Mendes) e delle Bugatti (vedi la Tipo