Pensionato ucciso dalle porte del Confortini Parti civili e difesa ai ferri corti sui risarcimenti
Accadde quattro anni fa. Qualche giorno d’agonia e poi, il 30 giugno 2011, la morte per colpa delle nuove porte automatiche installate al Confortini. Ieri mattina, davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuliana Franciosi si è ritrovato a dover rispondere di omicidio colposo il vicentino Pietro Cipriano, legale rappresentante della Essequattro spa che ha sede a Grisignano di Zocco e commercializza ed installa porte automatiche per hotel, aziende, aeroporti e, per l’appunto, ospedali. Difeso dall’avvocato Francesco Pasquino, si è visto nuovamente (era già accaduto a febbraio) rinviare l’udienza in attesa che si perfezioni la trattativa per il risarcimento dei danni a figli, nipoti e fratelli della vittima, tutelati dai legali Mauro Ferrari e Sabrina Pluchino. Da parte della famiglia, è stato quantificato l’ammontare del possibile risarcimento. Peccato però che, dal fronte opposto, sia giunta ieri un’offerta che si attesta su un quarto di quanto chiesto dalla famiglia. E i tempi continuano ad allungarsi. (la.ted.) i commissari si dicono certi di aver operato al meglio e nel rispetto della legge. Il resto è storia recente, e vede il dg Piccoli arrivare (siamo a febbraio 2015) alla clamorosa decisione di annullare in toto la selezione - e dunque gli esiti -della procedura per la scelta del nuovo primario del pronto soccorso di Legnago. E se per nominare il successore dell’ex primario Sandro Magagnotto bisognerà attendere qualche mese, la giustizia ha nel frattempo fatto il proprio corso. All’ex Mastino, dopo l’iniziale esposto di Piccoli, ne sono arrivati altri: alcuni ventilando ulteriori sospetti sulla gara, altri per diffamazione e adesso risultano riuniti in un’unica, complessa inchiesta.
Ma in ballo c’è anche il filone dela giustizia amministrativa, a cui si è rivolto il vincitore del concorso azzerato dal dg dell’Usl 21 chiedendo la revoca di tali atti di annullamento. La sentenza ancora non c’è ma ieri, per Piccoli, è arrivato un primo via libera dal Tar del Veneto che ha rigettato la richiesta di sospensiva del candidato ricorrente. «Ritenuto che il ricorso non appare assistito del requisito del fumus - scrivono i magistrati nella motivazione - e, ciò, considerando che la Commissione di esperti appositamente nominata si è limitata a formulare alcune proposte con riferimento alla procedura selettiva svolta e alle valutazioni assunte dalla commissione esaminatrice, attività quest’ultima che appare riconducibile ad un’attività istruttoria, di supporto e comunque propedeutica all’adozione di successivi provvedimenti». Dunque, conclude il Tar, «non sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare».