Levorato: «Meggiorini sprinter, punto su di lui E poi a cena con Rolly»
correre…». Del Verona che dice? «Sottovoce dico che ha sempre dato l’impressione di avere qualcosa in più. E Toni è pazzesco. Ne parlavo con Nicola Savino, domenica scorsa, in tv. Io ho corso fino a 37 anni e so benissimo cosa vuol dire gestire gli acciacchi dell’età: bisogna essere dei grandi».
Un clivense con cui andrebbe a cena?
«L’allenatore, Rolly Maran. Uno che rivoluziona così la squadra m’incuriosisce. Vorrei capire cosa s’è inventato, a livello di schemi ma anche di psicologia, per inquadrare un gruppo ch’era in piena crisi. Non so cos’abbia raccontato ai ragazzi per trasformarli. Deve avere una grande personalità».
Com’è che una venezianamilanista diventa tifosa del Chievo?
«Il Chievo è una storia tipicamente veneta, parlo di quel Veneto ch’è eccezionale nell’elevare realtà minuscole, tanta buona volontà e una gestione che andrebbe insegnata alle cosiddette big. E poi c’è l’episodio dell’autostrada. Era il 2001, stavo andando alla Rai di Milano, all’autogrill di Bergamo incontro il pullman del club “Mussi Volanti” e uno di loro, Stefano, mi regala la sciarpa gialloblù». Derby in tv? «Sì, dagli studi di “Quelli che”. Con me in trasmissione, quest’anno, il Chievo ha perso una volta sola».