Profughi al lavoro, Verona li vuole
Il sindaco: «Ne parlerò in giunta». I primi cittadini leghisti: «Mai nei nostri Comuni»
VERONA Lavori socialmente utili per i profughi in convenzione con il Comune? Il sindaco Flavio Tosi apre alla proposta lanciata nei giorni scorsi dal ministro Angelino Alfano che aveva scatenato le proteste della Lega Nord. Ieri i simpatizzanti e i candidati del Carroccio hanno chiesto con forza lo stop degli sbarchi in piazza dei Signori, davanti alla prefettura.
VERONA Lavori socialmente utili per i profughi in convenzione con il Comune? Il sindaco Flavio Tosi apre alla proposta lanciata nei giorni scorsi dal ministro Angelino Alfano che aveva scatenato le proteste della Lega Nord. «È da settimane che vado dicendo che quella è la strada corretta. L’intenzione è quella e ne parlerò durante la seduta della prossima giunta» ha spiegato ieri il sindaco a margine di un appuntamento della campagna elettorale per le prossime regionali, in Cortile Mercato Vecchio. «Dovremo valutare se vi sono possibili mansioni che queste persone potrebbero svolgere con le aziende del Comune, Amia in primis, ma anche Agec e Agsm - ha proseguito il primo cittadino -. L’idea di impiegarli in lavori gratuiti di pubblica utilità è un fattore di integrazione e una strada per fare in modo che possano ricambiare l’ospitalità loro offerta». Filosofia alla base del progetto presentato venerdì in Comune a Nogara dove una quarantina di profughi seguiti dalla cooperativa Assistenza Serena inizieranno a essere impiegati in lavori di manutenzione del verde pubblico e delle strade, non appena arriverà il via libera da parte della Prefettura.
Tra città e provincia, nelle ultime settimane è stata superata quota 500 per quel che riguarda gli immigrati inseriti nei programmi di assistenza. Profughi che svolgono qualche lavoretto all’interno delle strutture che li accolgono o in collaborazione con le associazioni di volontariato, ma che non possono venire impiegati nella sistemazione dei marciapiedi o delle aiuole senza precisi protocolli predisposti dalle amministrazioni comunali. Intese sollecitate di recente dal ministro Alfano, accusato di «schiavismo» dal segretario federale leghista Matteo Salvini. «Le strutture anche a Verona sono quasi al collasso - ha commentato Tosi -. L’idea di impiegarli in lavori socialmente utili è sicuramente condivisibile, ma si deve pensare a una soluzione globale della situazione: un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie che consenta a queste persone di spostarsi liberamente in Europa. In questo modo l’Unione Europea, diventando partecipe della gravità del problema, sarebbe costretta a prendere decisioni volte a trattenere l’enorme massa di profughi sul territorio italiano».
A chiedere con forza lo stop degli sbarchi è stata la Lega Nord che ieri pomeriggio ha manifestato in piazza dei Signori, davanti alla prefettura, contro le politiche di immigrazione del governo. Una quarantina di militanti guidati dal segretario provinciale Paolo Paternoster e dal senatore Paolo Tosato, alla presenza dei nove candidati della provincia alle regionali. «Per l’ennesima volta lo stato manda clandestini in Veneto e noi dobbiamo mantenerli a 35 euro al giorno - hanno detto i manifestanti -. Mantenerli qui senza prospettive per loro è assolutamente sbagliato: li si deve aiutare a casa loro, costruendo ospedali e infrastrutture, facendo lavorare nei loro Paesi quelle aziende italiane che non trovano più lavoro in Italia».
Sull’ipotesi di impiegare i profughi in lavori socialmente utili, il leader Salvini era stato chiaro dando dello «schiavista» ad Alfano. Ma venerdì, nel corso di un appuntamento elettorale nel Vicentino il segretario federale ha rivisto un po’ la sua posizione: «Solo ora Alfano viene a dirci che i profughi devono essere messi a lavorare. Un po’ alla volta capiranno che è giusto quello che stiamo dicendo noi della Lega da almeno tre anni».
Una retromarcia? «Nemmeno per sogno - puntualizza il segretario provinciale Paternoster -. Alfano si è svegliato solo adesso, ma il problema gli è sfuggito di mano. Arriva con tre anni di ritardo ed è impossibile pensare di far lavorare tutte queste persone: i numeri sono impressionanti rispetto a qualche anno fa, quando forse si poteva pensare di gestire la cosa facendoli lavorare. Adesso l’unica soluzione, come dice il nostro segretario, è quella di fermare gli sbarchi». Un «no» deciso all’ipotesi di impiegare i profughi in lavori utili, arriva da due sindaci veronesi candidati con il Carroccio alle Regionali, Elisa De Berti (Isola Rizza) e Roberto Turri (Roncà): «Sul nostro territorio per ora non ci sono profughi - spiegano -. Con i continui tagli del governo centrale non abbiamo risorse per aiutare i nostri cittadini, come possiamo permetterci di sostenere progetti del genere?».
Il sindaco Lo dico da settimane, è un’iniziativa possibile Ma la vera soluzione deve essere europea