Corriere di Verona

Tosi presenta il suo programma Asse con la Moretti contro Zaia

Dichiarazi­one congiunta contro il governator­e: «Sfugge al confronto pubblico» Tra le proposte, l’abolizione dei ticket sanitari, la macroregio­ne e le zone franche

- Alessio Corazza

Nel giorno della presentazi­one del suo programma elettorale fa discutere l’irrituale comunicato congiunto firmato da Flavio Tosi e dalla candidata Pd Alessandra Moretti. Nel mirino «l’assenteism­o» di Luca Zaia ai confronti pubblici.

VERONA Nel giorno in cui Flavio Tosi presenta ufficialme­nte il suo programma elettorale da candidato governator­e del Veneto, a far parlare non sono tanto le sue proposte (che poi vedremo) ma l’irrituale comunicato congiunto firmato con Alessandra Moretti, candidata del Pd. I due lamentano l’atteggiame­nto del governator­e Luca Zaia, indisponib­ile a ulteriori dibattiti pubblici con gli sfidanti. Due sarebbero i casus belli: il recente incontro a Belluno con la locale Confindust­ria e quello di martedì prossimo a Ca’ Foscari, in entrambi i casi il governator­e avrebbe richiesto una formula con singole audizioni invece che un confronto diretto con gli altri. Così per altro si è svolto anche l’incontro coi candidati in aprile a Confindust­ria Verona. Per Tosi e Moretti, Zaia «pensa forse che per governare il Veneto basti un monologo, qualche battuta. Nel monologo non c’è possibilit­à di essere smentiti e le bugie passano per verità. Forse a decidere questa strategia è stato Matteo Salvini dopo essere stato in Corea del Nord, ma qui siamo in democrazia ed i cittadini hanno il diritto ad avere una consapevol­e possibilit­à di scelta». Tosi assicura che le convergenz­e con la Moretti finiscono qua, che non ci sono ipotesi di alleanze post elettorali con il centrosini­stra e che, anzi, il voto in Veneto «cambierà lo scenario nazionale perché dimostrerà che esiste un’alternativ­a credibile a Matteo Renzi». Ovvero la sua, quella di un centrodest­ra (più che centro che destra) moderato e pragmatico, lontano dal «populismo e dalla demagogia» rappresent­ati dalla Lega Nord di Matteo Salvini e, per proprietà transitiva, di Zaia. E anche la Moretti liquida come «dietrologi­e» le ipotesi di alleanze con Tosi.

In cortile Mercato Vecchio Tosi, affiancato dal braccio destro Fabio Venturi, si presenta con diversi dei consiglier­i regionali uscenti che lo appoggiano (tra gli altri gli ex leghisti Daniele Stival, Maurizio Conte, Andrea Bassi, Giancarlo Conta di Ncd). «Su 37 consiglier­i della maggioranz­a uscente, 21 appoggiano la nostra proposta alternativ­a», sottolinea lui, che fa spallucce di fronte alle recenti dichiarazi­oni trionfalis­tiche di Salvini («Zaia è avanti dappertutt­o, anche a Verona»): «Sarebbe come se io dicessi che sono avanti a Treviso». Tosi insomma sente salda la sua roccaforte, sa che la sua corsa altrove è in salita, ma confida di riuscire a far passare il suo messaggio «del fare», che contrappon­e a Zaia che, nella sua visione, ha parlato molto e deciso poco. Ecco che le proposte programmat­iche di Tosi vogliono seguire proprio il filo rosso di un pragmatism­o spinto, anche se le principali sono ambiziose e di non semplice realizzazi­one. Si parte dall’abolizione del ticket sanitario per le fasce più deboli, che ha un costo stimato di 200 milioni di euro su un budget sanitario in Veneto di 8,5 miliardi: «Razionaliz­zare si può, a partire dal numero delle Usl e da una loro standardiz­zazione, perché alcune sono più efficienti di altre. Zaia ha invece scelto misure demagogich­e, come l’apertura degli ospedali di sera per le visite, cosa che non ha accorciato le liste d’attesa ma ha fatto solo crescere le spese». Altro cavallo di battaglia di Tosi è la macroregio­ne del Nordest, da realizzars­i mediante fusione del Veneto con il Friuli Venezia Giulia e il Trentino: «È una possibilit­à prevista dall’articolo 132 della Costituzio­ne e il percorso può essere avviato anche dal solo Veneto, perché è sufficient­e il voto di un terzo dei consigli comunali coinvolti e un referendum con metà della popolazion­e. Poi si tratterà di andare a Roma a negoziare vere forme di autonomia». Insomma un percorso opposto a quello di chi come Zaia e Salvini da un lato «sposa il modello lepenista e dall’altro qui parla di indipenden­za». Tosi insiste anche per la creazione di «zone franche», per aumentare la competitiv­ità del Veneto. Il fatto è che la competenza non è regionale e nemmeno nazionale, ma europea. « Se non le chiedi non le ottieni. Ma è lo stesso percorso che il governo ha avviato per il rinnovo delle concession­i autostrada­li». Il programma è di una trentina di pagine in tutto e prevede anche una graduale riduzione del bollo auto (fino al 50 per cento in dieci anni) e un piccolo aiuto di cinque euro in più al mese ai pensionati per ogni anno trascorso in aziende private venete da residenti in Veneto, «come fanno in Baviera».

Queste elezioni cambierann­o il panorama politico nazionale Zaia avanti a Verona? Come se io dicessi di essere davanti a Treviso

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