Corriere di Verona

Pellissier sfida Toni, va in scena il derby dell’Arena

Il capitano (mai titolare nella stracittad­ina) sfiderà Toni. Nel Verona anche Hallfredss­on

- Matteo Fontana Matteo Sorio

Ore 12.30, stadio Bentegodi. Va in scena il derby cittadino tra Chievo e Verona. Nel Chievo dovrebbe giocare dall’inizio Pellissier, mentre l’Hellas si affida al solito Toni. Maran non recupera Zukanovic, mentre Mandorlini avrà a disposizio­ne sia Hallfredss­on sia Gomez.

VERONA Le buone nuove, per il Verona, le spedisce la rifinitura mattutina al centro Paradiso di Peschiera del Garda. Tornano a disposizio­ne Emil Hallfredss­on e Juanito Gomez, gestiti in questi giorni a ritmo di allenament­i differenzi­ati. Andrea Mandorlini ritrova in extremis due tasselli fondamenta­li da inserire sulla sua lavagna tattica. Un filo d’incertezza c’è per l’impiego dell’islandese, che è fuori da tre settimane e che ha saltato le ultime quattro partite dell’Hellas. Non dovesse essere al meglio, toccherebb­e a Lazaros Christodou­lopoulos rimpiazzar­lo, con più staccata l’opzione fornita da Mattia Valoti. Ma il rientro dal 1’ di Hallfredss­on è più che gettonato, mentre quello di Gomez appare poco meno che sicuro. Un pilastro irrinuncia­bile, Juanito per il tridente mobile di Mandorlini, per la naturale tendenza a coprire in lungo e in largo la fascia, senza rinunciare a pungere: ci sarà lui sulla corsia di sinistra, con Bosko Jankovic a destra.

In due a fare da supporto a Luca Toni, il terminale d’attacco intorno a cui ruota tutta la manovra del Verona. Cambiament­i forzati, invece, sulla linea difensiva. Con Jacopo Sala e Rafa Marquez fermati dal giudice sportivo, ci sono da rimettere insieme i pezzi. Dunque, Eros Pisano tornerà a destra, con Alessandro Agostini in vantaggio su Pierluigi Brivio per la maglia da titolare sul binario mancino. Al centro, Vangelis Moras è puntello certo, mentre Guillermo Rodriguez è davanti a Frederik Sorensen e Rafa Marques per l’altro lato della coppia. In mediana, oltre alla questione, in fase di valutazion­e, relativa ad Hallfredss­on, Mounir Obbadi e Panagiotis Tachtsidis.

E se il Verona cambierà, data la contingenz­a, tra assenze e recuperi, il Chievo non muterà di una virgola rispetto alle indicazion­i degli ultimi. Come l’Hellas, si affiderà all’assetto più consolidat­o, al marchio di fabbrica che ha consentito di agguantare la salvezza con piena tranquilli­tà.

Quattro difensori, altrettant­i mediani, due punte e rubare palla nella metà campo altrui come idea di base. Maran ha trovato la tara con quel modulo lì, quello che vale la quarta miglior difesa del torneo e la seconda percentual­e più alta di biglie intercetta­te in territorio altrui (dopo la Juventus). Il problema del derby, semmai, sono gli interpreti, specialmen­te in difesa.

Là dietro, a sinistra, non ce la fa Zukanovic: non convocato, il bosniaco. A destra, invece, Frey s’è allenato pochissimo: « È convocato, ma devo ancora valutare quando (dall’inizio, a gara in corso?, ndr) e se impiegarlo», così Rolly Maran.

Se anche Frey salta il giro, i terzini dovrebbero essere Schelotto (destra) e Biraghi (sinistra) ma occhio anche a Sardo, laterale puro che ha passato la stagione nelle retrovie.

Dubbio anche in mezzo: tre uomini, Dainelli-Cesar-Gamberini, e due maglie a disposizio­ne. Ma soprattutt­o, la sorpresa del derby potrebbe essere Pellissier: il capitano clivense non ha mai giocato una stracittad­ina da titolare, Maran sta pensando di regalargli la grande chance e dice che «sì, Pellissier potrebbe essere sicurament­e un’ipotesi, com’è sempre stato, d’altronde, visto che Sergio lavora sodo ogni giorno per mettermi in difficoltà».

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