Scavi Scaligeri, battaglia vinta: tornano le mostre
Il museo della fotografia non chiuderà, lo conferma una lettera di Cariverona
VERONA Prima la chiusura temporanea, poi il sindaco Tosi che prospetta tra le righe la possibilità di una chiusura definitiva, poi ancora la Soprintendenza e il Comune che duellano per sapere a chi spetti la manutenzione dei reperti archeologici. Gli Scavi Scaligeri con il Centro Internazionale di Fotografia sono stati al centro di una tempesta. Ora si intravede la quiete, ovvero una conclusione positiva: hanno finalmente ricevuto una risposta ufficiale alle loro numerose interrogazioni gli animatori, con il fotografo Marco Monari in testa, del movimento di opinione che si è acceso on line dietro l’hashtag #scaviaperti con migliaia di adesioni.
La risposta arriva dalla Fondazione Cariverona divenuta proprietaria del soprastante palazzo del Capitanio: proprio le necessità del cantiere di restauro che si aprirà a breve, destinato a durare circa tre anni, avevano fatto prospettare la chiusura temporanea degli Scavi, chiusura che, a seguito di vari incontri, chiesti anche dalla minoranza in consiglio, sembra ora scongiurata, come già anticipato nei giorni scorsi dal Corriere di Verona.
Monari esulta di fronte a queste parole, ricevute ieri: «Il problema è in corso di soluzione e non appena in possesso del rendering predisposto dall’architetto Calcagni ( direttore del cantiere di restauro a palazzo del Capitanio ndr) il direttore generale del Comune di Verona, avvocato Mastroianni, potrà illustrare la soluzione maturata». «Parole che diffonderemo immediatamente oggi – spiega Marco Monari - davanti agli Scavi Scaligeri dove ci troviamo per una nuova raccolta di firme per sensibilizzare sulla valorizzazione di una parte del patrimonio della città. Il Centro Internazionale di Fotografia fa migliaia di visitatori all’anno (più di 30mila avevano visitato la mostra di Tina Modotti), ma dopo la mostra in corso di Paolo Vigevani la programmazione si è dovuta forzatamente fermare». Programmazione che ora potrebbe ripartire, come spiega la consigliera delegata alla cultura Antonia Pavesi: «Ci vorrà qualche mese, parliamo di settembre-ottobre, perché una volta aperto il cantiere bisognerà predisporre i nuovi accessi e le uscite di sicurezza, aprire il bando di gara per la guardiania e far ripartire la macchina organizzativa».
Soddisfatta anche la Soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto Simonetta Bonomi che aveva chiesto insistentemente al Comune di Verona chiarimenti sulla manutenzione dei reperti archeologici in caso di chiusura, ricevendo dal direttore generale Mastroianni una risposta che aveva creato molto scontento. «Sono parole – spiega la soprintendente - in linea con l’impegno garantito un paio di settimane fa dal direttore generale Mastroianni per trovare una soluzione durante un incontro a cui era presente anche il direttore dei lavori, l’architetto Calcagni. Se gli Scavi restano aperti, decadono dunque le preoccupazioni sulla manutenzione che diventa in questo modo possibile e della quale si occuperà, come sempre è stato fatto finora, il Comune di Verona. Avevo già avuto un chiarimento in questo senso dal direttore Mastroianni, ma mi ero messa in attesa in una conferma. Spero - conclude - che anche noi riceveremo a breve una comunicazione ufficiale».
Pavesi Ci vorrà qualche mese ma contiamo di far ripartire le attività del Centro internazionale