Auto per le star Fra i vip in Fiera anche Zucchero
La rassegna vetture d’epoca attira i vip: il re emiliano del blues-rock, Filippo Magnini, il comico Brignano. Non solo passerella ma affari: tre Porsche da 80 mila euro vendute in un mattino. «I compratori? Solo stranieri. Gli italiani scappano»
Tutti dicono Porsche Turbo Look. Tre esemplari piazzati in una mattinata. La più venduta di Verona Legend Cars è quella lì, pezzo di marca tedesca, 80mila euro di listino, tutti stranieri gli acquirenti. Una è andata via dallo stand di British Motor Service, sede a Villafranca, tra i soci c’è Giuseppe Agostini. «Il nostro cliente era un belga. Gli italiani non hanno soldi oppure temono il fisco: se hai un’auto d’epoca allora hai anche soldi da buttare, quindi ti fanno le pulci. Prima, su un’auto storica tra i 20 e i 30 anni non pagavi il bollo e avevi agevolazioni sull’assicurazione, ora è il contrario. Morale? Fra tre o quattro lustri queste auto non le vedremo più perché saranno tutte fuori dall’Italia».
Per adesso sono qui, in Fiera, alla rassegna d’auto d’epoca e non (si chiude oggi, 9-19, biglietto intero a 15 euro). Facce note tra i visitatori: l’attore comico Enrico Brignano e il nuotatore Filippo Magnini. Poi Zucchero, dieci date in Arena nel settembre 2016, collezionista di strumenti musicali e auto vintage: nel 2012, al Salone dell’auto d’epoca di Padova, acquistò una Renault 4cv Cabriolet De Luxe del ’52; nel febbraio 2014, all’Automotoretrò di Torino, mise nel carrello una Fiat 1400 Cabriolet del ’51; stavolta Sugar si fa un giretto su una Traction Avant (80 anni compiuti nel maggio 2014), parliamo del modello 11 BL Perfo, gioiello francese di casa Citroen, e non è la sua prima spesa veronese perché circa 15 anni fa s’assicurò una Rolls Royce Silver Shadow (poi usata in video musicale) proprio al British Motor Service di Villafranca.
Siamo al padiglione 4, in quel momento, e lì vicino c’è un venditore veronese che ha scoperto come risparmiarsi l’arruolamento di ragazze-immagine. Si chiama Paolo Nazzareno Gennari, Effe Effe Car di Basso Acquar, e di fianco al tavolo per stipulare i contratti di vendita troneggia una copiareplica (in plastica) della statua di Marylin Monroe esposta al museo delle cere di Parigi, la scena è quella della gonna alzata in «Quando la moglie è in vacanza» di Billy Wilder: «Ultimamente la produzione di auto italiane è diminuita molto e sono scomparsi i modelli che hanno fatto la nostra storia, dalla Lancia Delta alla Giulia». Uno che non butta via nulla è Lino Carini, piacentino, colle- zionista di autoradio. Oltre diecimila pezzi e tre banchetti qui a Verona, gestiti dalla moglie, che racconta: «Facciamo la raccolta tramite amici, conoscenti e carrozzieri di fiducia. Dal modello Aster anni ’40 alla Condor anni ’50. E poi la mia preferita:
una Woxson Vanguard, autoradio camuffata da specchietto per non pagare il relativo canone radio, un pezzo tipicamente all’italiana…». Dall’Emilia arriva anche un cliente di un’azienda tedesca, ad accoglierlo c’è Mathias: «È venuto da Parma per comprare la capote di una Mercedes Pagoda. Costo? Settemila e 500 euro».
Da Verona, invece, ecco Dino Barini, titolare di una ditta di ricambi. Segni particolari: espone una Datsun 2407 identica a quelle che corse il rally di Montecarlo del ‘72, anni d’oro per questa categoria di corse. All’epoca, guidatore Raul Aaltonen (finlandese, classe ‘38, uno dei più noti piloti degli anni Cinquanta-Sessanta) e copilota il francese Jean Todt, ex direttore generale della scuderia Ferrari. Spiega Barini: «Era il 2005, un’idea nata tra amici. Prima abbiamo comprato il modellino. Poi ci siamo fatti fare l’auto, vera e propria, identica a quella di Montecarlo». Un passatempo come un altro.
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