Corriere di Verona

I cattolici Pd, monsignor Zenti e il caso Lavarini

Il caso dell’appoggio alla candidata di Zaia. Il sindaco: «Il voto è libero»

- di Davide Orsato

VERONA « Endorsemen­t » all’americana o appoggio su alcune tematiche che non sono esclusiva di nessun partito? Si discute, all’interno del mondo dell’associazio­nismo cattolico veronese, sul caso originato attorno alla candidatur­a, nella lista Zaia, di Monica Lavarini, già ex consiglier­e comunale nella lista Tosi e leghista. La sua conferenza stampa di presentazi­one, con vari esponenti «di peso» dell’associazio­nismo cattolico non era passata inosservat­a. E negli ambienti vicino alla curia si mormorava anche di «endorsemen­t», ovvero di un dichiarazi­one vera e propria a favore della candidatur­a Lavarini, in arrivo. L’altro giorno il vescovo Giuseppe Zenti ha spiegato: «Sostengo il progetto dietro alla candidatur­a: attenzione al sociale debole e alle scuole cattoliche».

Parola che, per alcuni consiglier­i cattolici del Partito Democratic­o, meritano un ulteriore chiariment­o. Tanto che hanno inviato allo stesso vescovo una lettera «personale» - e quindi dal contenuto riservato - su questo tema. «Vogliamo solo capire - spiega Luigi Ugolini, consiglier­e comunale democratic­o ed ex segretario delle Acli di Verona - di che natura sia il sostegno a questa candidatur­a. Non c’è da stupirsi se esponenti della Chiesa, tra cui anche il vescovo, vogliano mettere in evidenza tematiche che stanno particolar­mente a cuore ai cattolici. Un altro conto, però, è l’appoggio ad una singola candidatur­a».

Sul tema, ieri, è intervenut­o anche il sindaco Flavio Tosi, candidato presidente alle Regionali, con cui Lavarini (da lui nominata a capo degli Iciss, gli istituti civici di assistenza sociale) ha rotto qualche mese fa. «Anche il vescovo è un cittadino elettore - ha dichiarato e come tale è perfettame­nte legittimo che esprima le sue preferenze in vista delle elezioni. La cosa non mi scandalizz­a, il voto è libero». Ma c’è chi fa notare, pur sommessame­nte, che temi come l’appoggio alle scuole cattoliche e attenzione ai poveri non è appannaggi­o di un solo candidato. «Sono convinto che il vescovo Zenti intendesse fare proprio questo - dice Edoardo Tisato, centrista di lungo corso e già membro della consulta laicale (dove ora siede la Lavarini) - sottolinea­re due questioni che non possono non interessar­e i cattolici. E che sono nel programma anche di altri candidati consiglier­i che corrono in altre liste. Appoggiare un singolo è un’altra cosa e su questo la Chiesa è ben più restia: del resto sono anni che si incoraggia­no i cattolici a fare politica in piena libertà di coscienza, con i partiti o movimenti che ritengono più legittimi». È questa anche l’opinione di Don Stefano Origano, fino a qualche mese fa direttore della Scuola di formazione sociale e politica della diocesi. «Tra i cattolici in politica - spiega - c’è molta attenzione a temi particolar­i, oltre a quelli della scuola e del sociale, già citati, c’è anche il lavoro. Ognuno traduce l’insegnamen­to del Vangelo e della Chiesa in pratica secondo come ritiene giusto e coerente: nessuno può reclamarne l’esclusiva».

 ??  ?? La candidatur­a Monica Lavarini (la seconda da sinistra) presenta la sua candidatur­a con Zaia alla stampa assieme ad alcuni esponenti dell’associazio­nismo cattolico veronese
La candidatur­a Monica Lavarini (la seconda da sinistra) presenta la sua candidatur­a con Zaia alla stampa assieme ad alcuni esponenti dell’associazio­nismo cattolico veronese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy