Corriere di Verona

Grandi navi, la protesta dei duemila «Le crociere si fermino al Lido»

Ambientali­sti all’attacco dei «giganti del mare». Contro-manifestaz­ione di Brugnaro

- Davide Tamiello Gloria Bertasi

con un unico filo conduttore: fuori le navi dalla laguna.

«La soluzione c’è - dice Tommaso Cacciari, leader del comitato no Grandi Navi - ed è alla bocca di porto del Lido. È un progetto compiuto, che si trova già sul sito del ministero dell’ambiente. Ha ricevuto parere favorevole dalla commission­e di impatto ambientale, costa meno del Contorta e avrebbe tempi di realizzazi­one molto minore».

Cacciari replica anche alla contromani­festazione in Marittima, organizzat­a dal candidato sindaco Luigi Brugnaro: «È un buffone miliardari­o. Lì sono in venti, qui siamo tremila. Questo deve fargli capire cosa pensa la città delle grandi navi. Il gigantismo navale c’è e crescerà. O tagliamo un pezzo di Sacca Fisola, e Brugnaro dovrebbe metterlo nel suo programma elettorale, oppure le navi di ultima generazion­e già non ci stanno più nella marittima attuale. Quella di Brugnaro è una scelta ottusa».

Una manifestaz­ione, quella del candidato del centrodest­ra, per dimostrare che la soluzione per togliere le grandi navi da San Marco è quella di spostarle nel canale Vittorio Emanuele. Brugnaro ha raggiunto la stazione Marittima partendo dal Padiglione Aquae dell’Expo veneziano a bordo di quattro rimorchiat­ori personaliz­zati con striscioni fucsia (il colore scelto per la campagna elettorale) e con slogan in difesa di crocierist­ica e posti di lavoro al Porto. «Sono sei anni che dico di spostare le navi lungo il Vittorio Emanuele - dice - non possiamo perdere questa filiera, la crisi è pesante e il lavoro va difeso».

Dopo il viaggio in rimorchiat­ore, Brugnaro è passato in rassegna di tutti i terminal della Marittima per incontrare i lavoratori. Nel frattempo, a Venezia, al corteo hanno partecipat­o anche vari partiti ed esponenti politici, tra cui il M5S (con il candidato sindaco Davide Scano), Sel, Rifondazio­ne comunista, l’Altro Veneto (con il candidato governator­e Laura Di Lucia Coletti), il Partito comunista dei lavoratori (candidato Alessandro Busetto), Venezia Cambia (candidato Giampietro Pizzo). In piazza anche il Partito democratic­o, con il suo candidato sindaco, l’ex magistrato Felice Casson. «Il Contorta è da bloccare – dice – è uno scavo contro la legge che distrugger­ebbe la città. Noi vogliamo che le attività e il lavoro vengano mantenute nel rispetto delle regole e dei veneziani».

«Non è possibile che ci siano pezzi di potere che decidono in totale autonomia come il Porto - aggiunge Pizzo - le decisioni si devono prendere insieme, soprattutt­o se si tratta di tutelare l’ambiente della laguna». Più radicale Camilla Seibezzi: «Grandi navi fuori dalla laguna, è ora di smetterla di usare posizioni a metà, come quella di Felice Casson». La bocca di porto del Lido, però, sembra mettere d’accordo tutti. «Un avanporto attaccato all’isola del Mose – aggiunge Scano – ancorato ma non fissato ai fondali, e a cui possano arrivare già quattro navi. Sarebbe una struttura non impattante e la soluzione più economica e reversibil­e che ci possa essere».

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