Grandi navi, la protesta dei duemila «Le crociere si fermino al Lido»
Ambientalisti all’attacco dei «giganti del mare». Contro-manifestazione di Brugnaro
con un unico filo conduttore: fuori le navi dalla laguna.
«La soluzione c’è - dice Tommaso Cacciari, leader del comitato no Grandi Navi - ed è alla bocca di porto del Lido. È un progetto compiuto, che si trova già sul sito del ministero dell’ambiente. Ha ricevuto parere favorevole dalla commissione di impatto ambientale, costa meno del Contorta e avrebbe tempi di realizzazione molto minore».
Cacciari replica anche alla contromanifestazione in Marittima, organizzata dal candidato sindaco Luigi Brugnaro: «È un buffone miliardario. Lì sono in venti, qui siamo tremila. Questo deve fargli capire cosa pensa la città delle grandi navi. Il gigantismo navale c’è e crescerà. O tagliamo un pezzo di Sacca Fisola, e Brugnaro dovrebbe metterlo nel suo programma elettorale, oppure le navi di ultima generazione già non ci stanno più nella marittima attuale. Quella di Brugnaro è una scelta ottusa».
Una manifestazione, quella del candidato del centrodestra, per dimostrare che la soluzione per togliere le grandi navi da San Marco è quella di spostarle nel canale Vittorio Emanuele. Brugnaro ha raggiunto la stazione Marittima partendo dal Padiglione Aquae dell’Expo veneziano a bordo di quattro rimorchiatori personalizzati con striscioni fucsia (il colore scelto per la campagna elettorale) e con slogan in difesa di crocieristica e posti di lavoro al Porto. «Sono sei anni che dico di spostare le navi lungo il Vittorio Emanuele - dice - non possiamo perdere questa filiera, la crisi è pesante e il lavoro va difeso».
Dopo il viaggio in rimorchiatore, Brugnaro è passato in rassegna di tutti i terminal della Marittima per incontrare i lavoratori. Nel frattempo, a Venezia, al corteo hanno partecipato anche vari partiti ed esponenti politici, tra cui il M5S (con il candidato sindaco Davide Scano), Sel, Rifondazione comunista, l’Altro Veneto (con il candidato governatore Laura Di Lucia Coletti), il Partito comunista dei lavoratori (candidato Alessandro Busetto), Venezia Cambia (candidato Giampietro Pizzo). In piazza anche il Partito democratico, con il suo candidato sindaco, l’ex magistrato Felice Casson. «Il Contorta è da bloccare – dice – è uno scavo contro la legge che distruggerebbe la città. Noi vogliamo che le attività e il lavoro vengano mantenute nel rispetto delle regole e dei veneziani».
«Non è possibile che ci siano pezzi di potere che decidono in totale autonomia come il Porto - aggiunge Pizzo - le decisioni si devono prendere insieme, soprattutto se si tratta di tutelare l’ambiente della laguna». Più radicale Camilla Seibezzi: «Grandi navi fuori dalla laguna, è ora di smetterla di usare posizioni a metà, come quella di Felice Casson». La bocca di porto del Lido, però, sembra mettere d’accordo tutti. «Un avanporto attaccato all’isola del Mose – aggiunge Scano – ancorato ma non fissato ai fondali, e a cui possano arrivare già quattro navi. Sarebbe una struttura non impattante e la soluzione più economica e reversibile che ci possa essere».