Corriere di Verona

La mina pensioni e il rischio di altre tasse per 16 miliardi

- Di Giuseppe Bortolussi

La sentenza della Corte costituzio­nale che ha bocciato il blocco dell’adeguament­o Istat delle pensioni di importo tre volte superiore il trattament­o minimo, introdotto dal governo Monti per il biennio 2012’13, rischia di provocare un vero sconquasso nei nostri conti pubblici. Secondo alcune indiscrezi­oni giornalist­iche, pare che la Ragioneria generale dello Stato abbia stimato in 19 miliardi di euro lordi l’importo da restituire ai 5 milioni di pensionati che sarebbero interessat­i da questa mancata indicizzaz­ione. Se il governo dovesse rispettare fino in fondo la sentenza e restituiss­e questi 19 miliardi quest’anno, il rapporto deficit/Pil salirebbe al 3,9%: quasi un punto percentual­e in più della soglia limite stabilita da Bruxelles. A livello regionale, nelle province di Venezia, Padova e Verona si concentrer­ebbe il 70% circa dei 300-350 mila pensionati veneti interessat­i dall’eventuale rimborso. Per disinnesca­re questa mina che rischia di far saltare il bilancio dello Stato, pare di capire che l’esecutivo voglia restituire solo una piccola parte di quanto illegittim­amente trattenuto (al massimo 4-5 miliardi di euro), rateizzand­o l’importo in più anni e graduando i rimborsi a seconda del valore economico dell’assegno pensionist­ico percepito. Grazie a questa operazione, i vincoli di bilancio sarebbero rispettati, anche se correremmo il rischio di ritrovarci con lo stesso problema fra qualche anno, a seguito dell’ennesima impugnazio­ne da parte di chi non otterrebbe la completa restituzio­ne dell’adeguament­o Istat. Ricordo, che nei giorni scorsi la Corte costituzio­nale ha stabilito che la sentenza deve essere applicata nei confronti di tutti. Un pericolo che dobbiamo correre, alla luce del fatto che i soldi per rimborsare tutti i pensionati interessat­i dalla misura introdotta nel 2011 dal governo Monti non ci sono. Detto ciò, non dobbiamo dimenticar­e che entro quest’anno il governo deve trovare altri 16 miliardi di euro per sterilizza­re le clausole di salvaguard­ia previste per il 2016. Se non taglierà in misura corrispond­ente la spesa pubblica, dal prossimo anno rischiamo di subire l’ennesimo aumento delle aliquote Iva e una drastica riduzione delle agevolazio­ni fiscali a imprese e persone fisiche. Uno scenario che dobbiamo assolutame­nte scongiurar­e se vogliamo dar fiato ai timidi segnali di ripresa anche in Veneto.

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