Corriere di Verona

Maran e la sorpresa dei tifosi «Vogliono che vinciamo e ci proveremo Siamo salvi, godiamoci la partita»

- M.S.

«Vincere il derby / vogliamo vincere il derby». La scena è di ieri pomeriggio, Veronello, Rolly Maran impartisce le ultime e un gruppo di tifosi piomba a sorpresa, nel quartier generale, per ricordare che questo derby è la torta più golosa della stagione. Della serie: daje tutti. Rolly saluta poi s’avvicina: «Ci proviamo, ragazzi, ci proviamo…».

È una rifinitura a tutto sprint (le gambe stanno bene). È la prova generale di un Chievo che sente quasi le farfalle nello stomaco. Maran entra in sala stampa, poco dopo, ancora in tenuta da lavoro, tuta e scarpe da ginnastica: «Bella sorpresa. I tifosi ci hanno trasmesso le loro motivazion­i. È un gesto che ho apprezzato».

Dice una cosa, l’uomo di Trento, ch’è solo in apparenza scontata e, anzi, racconta parecchio di questa domenica speciale: «Non è mai successo che il derby di Verona si giocasse con entrambe le squadre salve. E non credo succederà tante altre volte. Vediamo di godercelo». E dunque: Chievo contro Hellas, Maran contro Mandorlini. Il derby comincia dai compliment­i. «Quelli di Andrea li ricambio. Lui sa quanto la stima sia reciproca. Al di là dell’amicizia reputo Mandorlini un allenatore credibile, che ha sempre fatto bene, come dimostra il suo percorso col Verona. Sono felice che pure lui, come me, possa giocarsela con una classifica così serena. È un motivo di vanto per noi, per loro, per una città che nel calcio dei grandi viene poco dopo le metropoli».

C’è chi, vedi Luca Toni, parla di un Chievo favorito. Ma è un gioco da vigilia cui Maran non partecipa. «Non mi sentivo sfavorito all’andata, quand’eravamo nel pieno del nostro sforzo per risollevar­ci, noi a 13 punti e loro a 17, e non mi sento favorito oggi, che siamo sopra di un punto. La verità è che parliamo di due squadre che si equivalgon­o. Poi, certo, siamo i più giovani sul piano della storia. Però anche il Chievo ha fatto il suo percorso, è in serie A da tanti anni e c’è rimasto con grande merito, programman­do stagione dopo stagione. Anche questa è storia». La storia di Maran al Chievo pare destinata a proseguire. Fin qui, è la storia di un tecnico capace di rivoltare la squadra come un calzino, ottobre 2014-maggio 2015, l’arco temporale di una grande impresa. «Di questa squadra esalterei la determinaz­ione: mai mancata, sempre massimale. Siamo rimasti sul pezzo ogni volta e non vedo perché non dovrebbe essere così anche ora. Tutto ciò, contro l’Hellas, va messo in campo all’ennesima potenza». Tradotto ulteriorme­nte: «Continuiam­o a spingere. I ragazzi sono orgogliosi di quello che hanno fatto, di quel che stanno facendo e di quello che andranno a fare da qui alla fine del campionato. Avanti così». Avanti, allora, con il Verona dell’amico Mandorlini. «Una squadra quadrata, di grande fisicità, scorbutica per organizzaz­ione di gioco, con tasselli tecnici come Toni che possono deciderla in qualsiasi momento». Il momento è adesso. «Non faccio fioretti, preferisco prendermi le mie soddisfazi­oni senza barattare nulla. Ogni piccolo gesto con cui proveremo a prenderci la partita avrà un suo valore. E speriamo che al fischio finale di Rizzoli i nostri tifosi, compresi quelli passati da Veronello per caricarci, possano fare festa».

La partita Mai prima il derby con tutte e due salve Sull’Hellas Squadra tosta, fisica e ben organizzat­a

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