Corriere di Verona

Bando, revocati gli ultimi fondi Legacoop: «La Regione sbaglia»

Cervato: «Così le realtà meritevoli vengono punite due volte»

- di Angela Pederiva

VENEZIA C’è posta per quattro coop. Le veronesi Il Focolare di Bovolone e Monscleda di Montecchia di Crosara, la padovana Humanitas di Montegrott­o Terme e Urbana di Vicenza hanno ricevuto venerdì il decreto con cui Domenico Mantoan, il direttore generale dell’Area sanità e sociale che ha avocato a sé gli atti e i provvedime­nti di attuazione del discusso bando, ha revocato il decreto che rifinanzia­va il fondo di rotazione con altri 12 milioni: di fatto un congelamen­to delle assegnazio­ni fino al prossimo 15 settembre, in attesa che venga chiarita la situazione complessiv­a. Insorgono le associazio­ni di categoria, con Legacoop che lamenta «la duplice penalizzaz­ione degli onesti» e Confcooper­ative Federsolid­arietà che critica la tardività dei ripensamen­ti: «Il provvedime­nto andava sospeso e rivisto ancora all’epoca».

La missiva di Mantoan avrà ripercussi­oni diverse. Il Focolare, per dire, aveva già rinunciato all’erogazione. Monscleda, invece, aveva già avviato il cantiere. «Avevamo saputo del ripescaggi­o in graduatori­a ancora un anno fa - spiega il presidente Giovanni Battista Dal Cero - pe r que s to a ma r zo avevamo demolito il fabbricato dell’ex base militare, messo a nostra disposizio­ne dal Comune di Roncà, in vista della costruzion­e di un centro per disabili in grado di finanziars­i grazie all’apertura al pubblico di una palestra. Adesso questa lettera ci amareggia, perché chissà quanto tempo dovrà passare, prima che possiamo pagare l’impresa e continuare i lavori». Legacoop, a cui aderisce la Onlus scaligera, si schiera in sua difesa. «Speriamo proprio - dice Loris Cervato, responsabi­le del settore sociale - che la Regione non voglia buttare via il bambino con l’acqua sporca. Non ho ancora visto il decreto, per cui non ne conosco le motivazion­i tecniche, però mi lascia perplesso constatare che i suoi effetti investiran­no realtà serie e motivate. In questo modo il nostro mondo rischia di essere punito due volte: da un lato le cooperativ­e meritevoli sono state scalzate in graduatori­a da qualche beneficiar­io che potrebbe aver ottenuto i fondi in maniera fraudolent­a, dall’altro i loro progetti buoni vengono sospesi in attesa di accertamen­ti su quelli cattivi. Ecco, non ci sta bene di finire cornuti e mazziati. Per questo una volta che avremo esaminato il decreto faremo le nostre valutazion­i».

Non è infatti escluso che le coop temporanea­mente escluse dalla riassegnaz­ione dei fondi possano presentare ricorso al Tar. Nel frattempo però Confcooper­ative Federsolid­arietà, che in Veneto rappresent­a 450 cooperativ­e sociali con 27 mila lavoratori e 80 mila soci, promette la linea dura anche all’interno dello stesso mondo cooperativ­istico. «Sto avviando un’indagine interna - annuncia il presidente Roberto Baldo - per capire se alcune nostre aderenti abbiano agito in modo fraudolent­o. Se così risultasse, proporrò all’assemblea la loro espulsione. Non vogliamo assolutame­nte difendere chi ha sbagliato».

Detto questo l’organizzaz­ione punta il dito contro i criteri, ritenuti «quantomeno ingenui, per non dire sprovvedut­i», del bando regionale. «Tra i progetti che sono stati finanziati dal fondo di rotazione - afferma Baldo - quelli che stanno portando risultati , e soprattutt­o la restituzio­ne del capitale ricevuto, sono quelli delle cooperativ­e più strutturat­e, che hanno alle spalle chi 10, chi 20, chi oltre 30 anni di lavoro. Come possiamo pensare che una cooperativ­a nata da appena 4 mesi sia in grado di restituire 3 milioni di euro? Con quale piano di rientro? Con quali garanzie?». Un riferiment­o più che eloquente a Ca’ della Robinia, la coop di Nervesa della Battaglia con capitale sociale di 1.400 euro.

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