Corriere di Verona

Siamo il terziario, chiediamo ai candidati un cambio di marcia

- Di Massimo Zanon*

Siamo il Terziario di Mercato, quello che nel «favoloso Nordest» trainava il Paese. Quello che oggi produce la maggior parte del Pil privato in Veneto, assorbe la maggior quota di occupati, e soprattutt­o distribuis­ce salari quasi doppi di quelli di agricoltur­a e industria messe insieme. E siamo anche quello che versa all’erario più tasse i ogni altro settore di attività (con il 36% delle imposte nette versate ogni anno il solo commercio è il principale “socio” dello Stato).

Vi sono riscontri crescenti nel mondo che rivelano come il Terziario possa rappresent­are un vero e proprio motore di crescita dell’economia.

Ma perché ciò avvenga sono necessarie tre condizioni: che la domanda interna cresca (per alimentare quella componente dell’offerta che produce servizi prevalente­mente per il mercato interno, come il commercio);

che le attività terziarie a più bassa produttivi­tà (più diffuse nel commercio e nel turismo) possano beneficiar­e di tecnologie più avanzate, di un’organizzaz­ione migliore e di una maggiore formalizza­zione;

che le attività del settore ad alta produttivi­tà (servizi finanziari e assicurati­vi, ICT, in particolar­e) e il turismo possano disporre di forza lavoro preparata adeguatame­nte per fare del capitale umano e dell’innovazion­e la leva principale dello sviluppo competitiv­o.

Sono queste le condizioni base per affrontare l’era del capitalism­o globale della conoscenza.

Confcommer­cio Veneto e le imprese del Terziario di Mercato rappresent­ate non vogliono assuefarsi alla recessione.

E reagiscono stimolando la classe politica, la tecnocrazi­a pubblica, le istituzion­i, le associazio­ni di rappresent­anza delle imprese e dei lavoratori, la scuola e l’università a impegnarsi insieme a loro in uno sforzo collettivo per uscire dalla recessione e riprendere la via dello sviluppo e della creazione di ricchezza.

Siamo quelli che, tartassati da un fisco centrale e locale senza pari (lo dice il rapporto “PayingTaxe­s 2014” della Banca Mondiale che inchioda l’Italia al 138° posto per tasse pagate su 189 Paesi presi in esame) spendono duecentose­ttanta preziosiss­ime ore all’anno per gli adempiment­i fiscali.

E che ora chiedono misure articolate di fiscalità di vantaggio, finalizzat­e a obiettivi di crescita specifici.

Siamo quelli che non delocalizz­ano e che, nello stesso territorio in cui operano, sono in grado di innovare e creare occupazion­e più di altri perché più flessibili e snelli.

Siamo, nella nostra regione, un esercito di sessantami­la imprese che, dal sistema Confcommer­cio, guardano all’Università e alla ricerca con occhi diversi rispetto al passato, per crescere ed essere competitiv­i.

Per costruire il «Veneto delle opportunit­à», alla prossima legislatur­a regionale chiediamo un cambio di marcia per investire in un nuovo modello di sviluppo che, senza far mancare il sostegno all’innovazion­e e all’internazio­nalizzazio­ne dei settori produttivi, sappia giovarsi della forza propulsiva di un Terziario di Mercato moderno ed efficiente, più integrato con il resto dell’economia.

Bisogna costruire le condizioni affinché questa mutazione si realizzi, intervenen­do sul capitale umano, contenendo la fiscalità locale, alleggeren­do la burocrazia, sostenendo l’innovazion­e delle imprese e un loro miglior rapporto con il sistema del credito, senza il quale sarebbe difficile innescare gli investimen­ti per l’innovazion­e di processo e di prodotto necessari per aumentare la competitiv­ità dell’intero sistema e distribuir­e più risorse a chi lavoro con noi e per noi.

*Presidente Confcommer­cio Veneto

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