Confindustria Verona, secondo biennio di Pedrollo Errico (Piccola) è l’unica new entry nella squadra
Giulio Pedrollo, presidente di Confindustria Verona, ha presentato ieri alla giunta dell’associazione il programma delle attività e la squadra di presidenza per il prossimo biennio che completa il suo mandato quadriennale. Confermate le deleghe ai sette vicepresidenti e a tre consiglieri incaricati. Entra nella squadra anche Paolo Errico, amministratore delegato di Maxfone, vicepresidente con la delega alla Piccola Industria. Errico succede a Luciano Barana giunto al termine del proprio mandato. La squadra dei vicepresidenti: Michele Bauli, Sviluppo del business e reti d’impresa; Paolo Errico, Piccola Industria; Alessandro Fedrigoni, Centro Studi; Paola Ferroli, Servizi associativi innovativi; Daniele Finocchiaro, Relazioni istituzionali; Carlo De Paoli, Internazionalizzazione; Sandro Veronesi, Sviluppo reputazione d’impresa; Franco Zanardi, Relazioni industriali e affari sociali. Consiglieri incaricati sono Giorgio Adami, Bruno Giordano e Silvia Nicolis. È vicepresidente di diritto Michele Lovato, presidente dei Giovani, che presidierà i temi dell’Università e della Scuola. Giuseppe Riello mantiene la delega speciale per Expo 2015. generale da sette anni. Qui le interpretazioni divergono. Da un lato c’è chi mette l’accento su un rapporto incrinatosi negli ultimi mesi, tra esiti degli stress test, la perdita di 758 milioni sul bilancio 2014 e la svalutazione delle azioni che ha fatto lievitare i malumori dei soci, alcuni rimbalzati direttamente sul presidente. E che ha prodotto intanto un esposto alla procura di Vicenza da parte delle associazioni dei consumatori. Situazione in cui Zonin non avrebbe trovato un interlocutore saldo in Sorato e nella sua squadra. Fino all’accelerazione della scorsa settimana e alla decisione di sacrificare il manager, nel frattempo divenuto a febbraio amministratore delegato (passaggio anche questo che Zonin avrebbe più lasciato passare, in un momento non facile, che voluto) e quindi con tutte le deleghe operative e le responsabilità.
L’altra interpretazione punta invece sull’ispezione Consob sulla questione delle azioni, del loro prezzo e collocamento ai risparmiatori, scattata il 22 aprile. E in particolare sulla possibilità che gli ispettori abbiano fatto emergere operazioni incrociate di finanziamento e sottoscrizione di azioni. Operazioni ormai pesantemente nel mirino delle autorità di vigilanza e la cui responsabilità sarebbe finita sulle spalle di Sorato, sempre nel suo ruolo di amministratore delegato. O forse la seconda interpretazione non sia la coda della prima.
Si vedrà. Per intanto è comprensibilmente saltato ieri l’avvio del confronto sindacale sui 150 sportelli e i 200 dipendenti da tagliare dichiarati sempre venerdì. L’altro fronte difficile di una primavera che a Vicenza si annuncia già calda.