Toni e Paloschi sempre più uomini derby Entrambi a segno, salgono a due gol nei confronti tra Hellas e Chievo
veloce proprio Toni, già matchwinner un anno fa, e poco c’è mancato che non gli riuscisse di nuovo lo scherzo, con quel gol in spaccata che ha fatto sussultare il Bentegodi gialloblù: «Il mio futuro? Prima voglio cercare di andare a prendere Tévez», dice lui, il dribbling alle domande su quel che sarà che gli viene naturale, refrain che gli scappa via in automatico. Fanno 19 in campionato per Re Luca, a meno uno dall’Apache, ed è un Toni Sansone all’incontrario: per il derby si è tagliato i capelli, ma non ha perso la forza. Forza (e forma) che Gomez ha recuperato sul filo di lana. Dieci giorni in bacino di carenaggio con un polpaccio. Rimesso in piedi, zompa di testa sul traversone di Hallfredsson, e scuote il Verona, spedito sotto nel punteggio da un’altra incornata, quella di Paloschi, in gol dopo la gloria dell’andata. Il rigore trasformato, palla nell’angolo basso, è una di quelle cartoline che non butti più via: «La ciliegina sulla mia carriera – fa lui – . Ci siamo divertiti tutti, specialmente noi attaccanti, e ne è venuta fuori la partita che volevamo, ricca di spettacolo».
Pellissier è entrato nel derby come si entra al parco giochi, sorriso, assist per l’1-0 di Paloschi e poi il penalty (conquistatp da lui stesso) che ha impattato il tabellino. Ora lo aspetta il rinnovo del contratto, minimo altri due anni. Al netto del numero 31, Paloschi va in scadenza nel 2016, sempre più confidenza col derby e la consapevolezza che, questo giro, «noi abbiamo fatto il gioco e insistendo di più nel secondo tempo potevamo vincerla». È quel secondo tempo cui non ha preso parte Riccardo Meggiorini, l’uomo mancato del derby: era in rotazione per i cambi, ma il ko di Hetemaj ha rovinato i piani di Maran: sarà per l’anno prossimo.