Il fallimento Tezenis Pedrollo: inspiegabile Ramagli? Ora si vedrà
«Cos’è successo? Non ce lo siamo ancora spiegato. Non è un fallimento, perché bisogna considerare quanto fatto in stagione regolare, compresa la vittoria della Coppa Italia. Però è una sconfitta pesante, che amareggia tutti. E non sappiamo ancora dire se sul piano tecnico siamo alla fine di un ciclo. Vedremo nei prossimi giorni». Un muso lungo da qui a lì. Il gusto amaro d’esser saliti sul treno dei desideri col biglietto di prima classe e aver dovuto lasciare la carrozza in un amen. La voce della società, in casa Scaligera Basket, è Giorgio Pedrollo, responsabile dell’area tecnica e figlio di patron Gianluigi. L’aria che tira è quella lì: l’obiettivo della Tezenis era balzare in A, la realtà dice che la capolista è stata spinta fuori dall’ottava, Agrigento, in un quarto di finale chiuso 1-3, successo in gara 1 poi tre ko filati.
«La mia paura è che la pausa di 20 giorni tra la fine del campionato e i playoff ci abbia spenti - riflette Pedrollo - Ma motivo vero non lo trovo. Ci sono tanti piccoli dettagli, e basta. Tipo aver perso gara 2 in casa, il che ha complicato le cose. Interpretando altre partite con l’intensità di gara 4, secondo me, cambiava tutto. Certo è che Agrigento ha giocato a un livello clamoroso». È lì, in Sicilia, che s’è spento il sogno. E Pedrollo jr ci tiene a sottolinearlo: «Parliamo di un gruppo affiatato, il nostro, dove nessuno ha fatto il “furbetto”. I ragazzi erano disperati, dopo gara 4, è stato un grande smacco anche per loro e, parlandoci, nessuno riusciva a spiegarselo: ancora adesso non aprono bocca. Pure il coach l’ho visto emotivamente distrutto». Già, coach Alessandro Ramagli (in foto). Si parla tanto anche di lui, in queste ore. Ma Pedrollo chiarisce ch’è ancora presto per mettere un punto. «Mi ha detto: “Ho fallito l’obiettivo, la squadra era da promozione, mi faccio da parte”. A me Ramagli piace molto, allenatore forte e preparato, persona squisita, onesta e di carattere. Però non so dire, ora, se sia finito il suo ciclo». Questo perché sono i giorni in cui va sbollita la delusione. «Mio padre c’è rimasto molto male per quest’epilogo a fronte di tutto quel che avevamo fatto vedere di bello, abituando i tifosi a un ritmo da appena 4 sconfitte in 30 gare di regular-season. Essendo anche un pragmatico, ora sta “chiudendo” i suoi conti e bilanci. Dovrà parlare con il vice, Sandro Bordato, e gli sponsor (moltissimo della prossima programmazione, quasi tutto, dipende da Tezenis, cioè la Calzedonia di Sandro Veronesi, ndr). Aspettiamo. Poi nei prossimi giorni capiremo cosa possiamo fare e quale sarà l’orizzonte di squadra e allenatore».