Corriere di Verona

Il vescovo: «Noi ne ospitiamo centinaia, i politici invece fanno solo resistenza»

Gardin: «I seminari? Pieni di attività». Zaia: «E l’appoggio ai disoccupat­i?»

- M.N.M.

VENEZIA Si riaccende, con una terza puntata, lo scontro fra i vescovi e Luca Zaia. Alla lettera con cui i presuli di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, e di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, nei giorni scorsi avevano ricordato alla comunità di fedeli che «l’accoglienz­a è un dovere cristiano», il governator­e aveva ribattuto: «La Chiesa apra ai profughi i seminari, che sono vuoti». Ieri la controrepl­ica, altrettant­o piccata, affidata da monsignor Gardin a Tv2000: «Tra il 2014 e il 2015 la Caritas di Treviso ha accolto oltre 500 persone: nessuna istituzion­e della provincia lo ha fatto, non certo i Comuni, che hanno opposto una grande resistenza. I nostri seminari non sono affatto vuoti, certo non ci sono i seminarist­i come un tempo, però sono stati utilizzati dalle Diocesi in tanti modi. Suona un po’ strano puntare il dito contro le Diocesi, gran parte dei profughi sono stati accolti in situazione d’emergenza dalla Caritas. Ho visto sulla stampa qualcuno che dice: la Chiesa predica bene e razzola male. Mi limito a dire che forse non sono informati».

E ancora sui seminari: «Chi dice che sono vuoti non li conosce. Ospitano scuole di Teologia, le bibliotech­e e i musei diocesani. Perché non mettiamo i migranti nelle scuole? La nostra Diocesi ne ha una che è stata chiusa e abbiamo proposto di sistemarci un certo numero di rifugiati. Da parte del Comune c’è stata una resistenza totale, si tende a ostacolare. Da una parte si chiede alla Diocesi di ospitare nei propri ambienti i migranti ma dall’altra, quando si propone di accoglierl­i in altri spazi, scatta regolarmen­te l’opposizion­e dei sindaci che appartengo­no sempre alla stessa parte politica. Atteggiame­nti molto contraddit­tori». Ammette Gardin: «Ci fanno soffrire queste reazioni, che imputano alla Chiesa una latitanza: in realtà noi cerchiamo di stimolare la solidariet­à senza fare molto chiasso. Stiamo portando avanti un progetto di presenze diffuse, non di gruppi troppo consistent­i, perché ci rendiamo conto che la gestione diventa difficile. Francament­e ci diamo da fare».

Ma Zaia non molla la presa e su Twitter scrive: «Predichiam­o solidariet­à per i profughi, chi esprime solidariet­à per i 170mila disoccupat­i e i 500mila poveri del Veneto? » . E poi: «Quando Papa Francesco dice che la Chiesa deve mettere a disposizio­ne i propri beni ha ragione, ma non trova orecchie nella gerarchia (ecclesiast­ica, ndr)».

In mezzo alla disputa, i numeri ufficiali: dal primo gennaio in Veneto sono transitati circa 14mila profughi, il 50% dei quali accolti dalle Caritas.

Il presule di Treviso A ostacolare sempre l’accoglienz­a sono gli amministra­tori di un certo schieramen­to

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