Da settembre in 60 alle Torricelle Arrivato il nullaosta della Difesa
Via libera definitivo all’utilizzo della ex palazzina Nato di via Caroto Il prefetto e i ricorsi al Tar: «Sono un uomo di Stato, rispetto le sentenze»
Nei giorni scorsi aveva precisato che non sarebbe stata di certo la soluzione alla questione dei profughi e dei nuovi arrivi. Ma senza alcun dubbio la notizia arrivata ieri mattina ai Palazzi Scaligeri ha strappato un sorriso al prefetto Salvatore Mulas.
Il tanto atteso via libera del Ministero della Difesa all’utilizzo dell’ex palazzina Nato sulle Torricelle è stato comunicato ufficialmente proprio ieri mattina. «Domani o al massimo tra qualche giorno sottoscriveremo gli accordi – ha detto il prefetto - e prenderemo in carico la struttura». Secondo i calcoli della prefettura, ci vorranno circa due settimane per ripristinare i locali: entro i primi di settembre i profughi potrebbero iniziare a occupare quelle stanze in cima alle Torricelle.
Una vicenda che ha trovato una soluzione dopo mesi di attesa. Era da aprile che la prefettura aveva messo gli occhi sulla palazzina di via Caroto che in passato aveva ospitato gli ufficiali della Nato. L’unica che rispondeva ai requisiti minimi richiesti, su un elenco di altre 12 strutture fornito dall’Esercito. Piccoli appartamenti in mezzo al verde della collina, in un posto isolato. Nei giorni scorsi il Viminale aveva dato l’ok all’utilizzo della palazzina, ma mancava ancora il benestare della Difesa, proprietaria dell’immobile. Ieri, il nullaosta definitivo che metterà a disposizione della prefettura altri 60 posti per trovare una sistemazione ai richiedenti asilo. Il prefetto non ne fa una questione di numeri: «In questa situazione anche cinque posti in più, sono di fondamentale importanza – ha commentato -. È proprio per questo motivo che continuiamo a rinnovare il nostro appello affinché tutti collaborino. Ogni proposta verrà attentamente vagliata».
Proprio come accaduto con l’offerta di un capannone lanciata dall’imprenditore Giovanni Mion ( vedi articolo sotto) e momentaneamente scartata dai Palazzi Scaligeri. «Il nostro compito è quello di accogliere e accogliere bene. Ci sono stati proposti siti non idonei e va ricordato che dobbiamo garantire un minimo di conforto perché stiamo parlando di persone» ha commentato a riguardo il prefetto, seppur senza mai fare riferimenti espliciti alla vicenda. «Ogni proposta viene valutata con attenzione e noi rispondiamo a tutti – ha proseguito Mulas -. Ma le proposte devono essere adeguate, allora ci si siede attorno a un tavolo e si discute».
Perché nel frattempo gli sbarchi non si arrestano. E sul fronte legale, la recente sentenza del Tar sui profughi di Treviso, rischia di scatenare un «effetto domino» tra tutti quei richiedenti asilo colpiti dalle ordinanze pr e fe tt i z i e che dispongono il loro allontanamento dai programmi di assistenza. Il Tar del Veneto ha infatti annullato il provvedimento dell’ex prefetto Augusta Marrosu che a ve va di spos to l’esclusione di 4 profughi dai programmi di accoglienza, ritenendoli responsabili della manifestazione dello scorso 11 febbraio durante la quale avevano bloccato una statale.
E anche tre degli 8 profughi allontanati a fine luglio da Costagrande, forti della sentenza amministrativa, starebbero valutando la possibilità di presentare ricorso contro il dispositivo firmato dal prefetto Mulas. «Le sentenze si rispettano – ha commentato il prefetto -. Io sono uomo dello Stato. Nei provvedimenti relativi a Costagrande non si è fatto riferimento alla manifestazione, ma a comportamenti censurabili messi in atto all’interno della struttura e ripetuti nel tempo, nonostante le diffide. Noi accettiamo tutto: in uno stato di diritto, c’è sempre la possibilità di fare ricorso». Sulla questione è intervenuto anche il deputato veronese del Pd, Vincenzo D’Arienzo: «Ritengo politicamente dannosa la recente sentenza del Tar. Ho scritto al ministro Alfano affinché metta una pezza: non possiamo permetterci che la legge sia interpretata perché lacunosa o non chiara».
Vincenzo D’Arienzo Il parlamentare del Pd ha scritto al ministro Alfano per chiedere chiarimenti sulla legge Mulas In uno stato di diritto c’è sempre la possibilità di ricorrere contro le ordinanze