Corriere di Verona

«Ho offerto il capannone perché è giusto far del bene»

Mion, fondatore di Migross: un imprendito­re ha anche certi doveri, altro che business

- M.S.

«Sono un imprendito­re. Fare del bene alla gente è parte del mio lavoro. O no?». La telefonata scatta in tarda mattinata («che ore sono? le 11? Sto lavorando già da almeno 6 ore») e dall’altra parte c’è Giovanni Mion, tra i fondatori del gruppo Migross, oggi nel consiglio d’amministra­zione dell’azienda veronese che da oltre 30 anni opera nel settore della distribuzi­one (vedi i supermerca­ti Migross ed Eurospin). Tema: i profughi. È successo questo: Mion ha proposto un capannone di sua proprietà, a Sant’Anna d’Alfaedo, come ostello per i migranti in attesa d’essere riconosciu­ti come rifugiati.

Problema: «Per la Prefettura l’area non è idonea».

Domanda, Mion: cosa spinge un imprendito­re a offrire ospitalità ai migranti?

«Mi sembra normale. Un imprendito­re sta attento anche al sociale, è la mia vita. Qui in azienda ci sono africani, cinesi...Non ci vedo niente di eclatante. Quel capannone è in costruzion­e. L’idea è farci, più avanti, un supermerca­to. Ci sono i bagni, la cucina. Mettevo a disposizio­ne un direttore e un maestro per imparare l’italiano».

I maligni direbbero: business. Della serie: il Ministero finanzia chi ospita gli immigrati e così…

«Guardi, io non so cosa dicono i maligni. Siccome avevo il locale a disposizio­ne, ho scritto alla Prefettura. Il business dov’è? Mi pagano per l’ospitalità, cioè per il fatto di mettere a disposizio­ne due cuochi e la donna delle pulizie? Se per voi è business...».

Ma dell’emergenza- migranti che idea s’è fatto?

«A me dispiace, personalme­nte. E se posso dare una mano, volentieri».

Come sta gestendo, la politica, il problema?

«Mah, non m’interessa molto. Uno dice una cosa, uno ne dice un’altra, spero solo che trovino la soluzione migliore».

La Chiesa accusa la Lega Nord di sciacallag­gio e la Lega attacca i vescovi…

«Io sono cristiano praticante. Alla Chiesa non dirò mai su. Però penso che i preti dovrebbero fare la loro, così come i politici».

Diceva degli stranieri in azienda…

«Mi trovo bene con tutti. C’è bisogno di manodopera. Italiano o meno, conta che uno sia serio e lavori».

Ma lei politicame­nte da che parte sta?

«Non mi schiero. Sono un autonomo. Mi alzo alle tre di mattina per andare a lavorare». Il vostro ultimo fatturato? «Non lo dico. Non sono abituato a farmi vedere bello, o grande, dagli altri. Io mi sono sempre sentito il primo degli operai».

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Grande distribuzi­one Sopra, Gianni Mion: a fianco, uno dei tanti punti vendita Migross dove lavorano anche stranieri
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