Corriere di Verona

Guido, morto in discoteca Dopo 15 anni l’onore restituito al ragazzo che odiava la droga

- di Emilio Randon

Una smentita è una notizia data due volte, avvertiva il compianto Andreotti, per cui ha ragione Valentino Maran a non volere il suo nome sul giornale, a non rilasciare interviste, ad evitare tutto ciò che gli ricordi il girone infernale in cui quindici anni fa i media trascinaro­no lui, la sua famiglia e il figlio Guido, morto per cause naturali mentre sorseggiav­a una birra al Boom di Alte Ceccato: «Stroncato da un cocktail di cocaina e anfetamina», scrissero i giornali. Falso, tragicamen­te falso. «La mia famiglia ha patito e patisce ancora le conseguenz­e di quella tragedia, non voglio più il nostro nome sui giornali».

Se disattendi­amo alla volontà di papà Valentino è perché chi scrive fece parte di quella diffamazio­ne e perché, anche in tempi di Cocoricò, il solo modo di evitare il ripetersi di simili linciaggi forse è proprio quello di ricordarli.

La notte del 4 dicembre 1999 al «Boom» si ballava. Qualche giorno prima, in una discoteca di Brescia, un ragazzo era morto. Era inverno, faceva freddo, ma l’inquietudi­ne o l’isteria agostana su cosa si cacciano in gola i nostri ragazzi nei tempi del divertimen­to erano le stesse oggi come quindici anni fa.

Le forze dell’ordine non stavano a guardare, proprio quella sera fecero irruzione con i cani antidroga: sotto i tavoli del «Boom» finì qualche pasticca, qualcuno cercò rifugio nelle toilette, un barista venne fermato.

Niente di speciale, ma l’agitazione fu tanta e a guardare, tra gli altri, c’era anche l’incolpevol­e Guido. Fu allora che si sentì male, e l’irruzione dette a noi il contesto e il pretesto per interpreta­re la sua morte.

Lavorava nella ditta di impianti elettrici del padre, a Montecchio, studiava. Con lui la morte non aspettò di riscuotere i ratei della vecchiaia, lo prese a 23 anni mettendolo nelle circostanz­e più compromett­enti.

Non è una scusa, la responsabi­lità di come venne raccontata è tutta del giornalism­o e di chi lo fa.

Due giorno dopo 27 testate italiane uscirono con il titolo: «Stroncato dalla droga» (non questa che nel 1999 non c’era ancora). La polizia, confidenzi­almente, aggiunse che si trattava di un mix di cocaina e anfetamina. Tutti ci credemmo, tutti lo facemmo credere, gli unici a non crederci furono papà Valen-

Il padre La mia famiglia ha patito e patisce ancora le conseguenz­e di quella tragedia Il fatto Guido Maran morì il 4 dicembre 1999 al «Boom»

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