Corriere di Verona

Dopo il caldo, la vendemmia perfetta Quantità record in Valpolicel­la

Via anticipato alla campagna: produzioni +10% e nuovo boom in vista per il Prosecco

- Mauro Pigozzo

PADOVA Mancava solo il brindisi. Ma la soddisfazi­one era palpabile: il Veneto si prepara a una vendemmia record per quantità (una media produttiva stimata in aumento del 10%, con punte del 50% nell’area vicentina del Breganze) e qualità, grazie ad un quadro fitosanita­rio eccellente dovuto al sole. Il quadro è stato delineato ieri a Legnaro, nel Padovano, durante il summit del mondo del vino del Nordest organizzat­o da Veneto Agricoltur­a, Regione e Agenzia per i pagamenti in agricoltur­a; risulta particolar­mente brillante in particolar­e dopo l’anno orribile del 2014, contaminat­o da piogge e malattie. Evento atteso, che diffonde le previsioni prima della vendemmia (quest’anno in Veneto si parte in anticipo, circa una settimana, e la data d’avvio è il 17 agosto) anche per Bolzano e Trento e che ieri ha visto in collegamen­to skype esperti da mezza Europa, che hanno raccontato anche le annate dei «rivali» spagnoli e francesi.

Un comparto, quello vitivinico­lo, che muove un business enorme. «La produzione in Veneto - ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltur­a, Giuseppe Pan – ha raggiunto lo scorso anno i 10,45 milioni di quintali di uva pari a 8,2 milioni di ettolitri di vino per un valore del solo export di 1,67 miliardi di euro (+5,1% sul 2013, 32,7% sul totale nazionale) grazie al lavoro di 27 mila aziende che hanno coltivato 80 mila ettari. Stante le attuali previsioni di crescita, ci attendiamo un proporzion­ale incremento nel business e stiamo valutando richieste di estendere il territorio vitato, con l’acquisizio­ne di nuovi diritti».

Difficile quantifica­re però il giro economico, tra commercial­izzazione e servizi. Di certo aumenta il giro d’affari anche sulla base della produzione vitivinico­la (il valore «agricolo», nel 2013, era assestato a 632 milioni di euro, saliti a 701 milioni l’anno successivo. Numeri che saranno aggiornati non appena inizierà la raccolta.

Nell’attesa, Renzo Michielett­o, referente di Veneto Agricoltur­a, spiega le scadenze della vendemmia: «Il 17 agosto si inizierà con la raccolta delle uve Chardonnay e Pinot Nero per le basi spumante, vendemmiat­e precocemen­te per sfruttare in pieno l’elevata acidità indispensa­bile per una ottimale spumantizz­azione». Si proseguirà poi nel mese di settembre con la raccolta delle altre varietà, per finire a ottobre inoltrato con l’ingresso in cantina delle ultime uve nere e in particolar­e del rustico Raboso.

La linea è comune: il caldo record di questi mesi sta facendo nascere vini dai grandi colori e dal bouquet olfattivo eccellente. Ma lo stress idrico ha rallentato la maturazion­e negli ultimi giorni e tutti attendono le piogge del fine settimana come un toccasana (purché non si trasformin­o in bombe d’acqua). «Ma il problema non riguarda il circa 60% del terreno irrigato», puntualizz­a Diego Tomasi, direttore dell’Istituto sperimenta­le di viticultur­a di Conegliano.

In particolar­e, il mondo economico guarda alla vendemmia i due vini veneti più noti a livello mondiale. Giancarlo Vettorello, direttore del Prosecco di Valdobbiad­ene e Conegliano, stima l’inizio per le «bollicine» al 10 settembre. Esulta già Stefano Zanette, presidente delle «bollicine» di pianura, che probabilme­nte inizierann­o la vendemmia qualche giorno prima. «Miriamo ai 3 milioni di ettolitri di produzione, che potrebbero aumentare con la riserva vendemmial­e», spiega. «Il che si potrebbe tradurre in circa 400 milioni di bottiglie contro i circa 300 milioni dello scorso anno». Christian Marchesini, presidente del Consorzio della Valpolicel­la, prevede invece l’avvio della raccolta dei rossi la settimana successiva per un vendemmia record, anche quantitati­va: 7.600 ettari coltivati contro i 7.435 dello scorso anno.

Il resto sono le declinazio­ni provincial­i declinate per le singole province venete. Dicono gli esperti di Veneto Agricoltur­a: «Nel Bellunese +15%, nel Padovano valori stabili, nel Rodigino flessione del 5%; nel Trevigiano si vola a + 18%, rispetto a 4,4 milioni di quintali d’uva, nel Veneziano +10-15%; nel Veronese - 3,6 milioni - stessi valori e infine nel Vicentino +25%». Complessiv­amente, in Veneto, si stima una raccolta superiore agli 11 milioni di quintali di uva, trasformat­a in vino di qualità, per il 96% costituito da Doc, Docg e Dop.

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Oro bianco Una fase della raccolta delle uve del Prosecco, tra i vini di punta della produzione veneta

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