Corriere di Verona

Electrolux, 30 in fabbrica a Ferragosto Baretta: «Errato il no del sindacato»

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Electrolux rompe gli indugi e chiama i lavoratori in fabbrica la mattina di Ferragosto. In 30, per ora, hanno già detto di sì e il sottosegre­tario all’Economia, Pierpaolo Baretta, bacchetta il sindacato che si pone in posizione negativa rispetto alla richiesta. È quanto si è registrato ieri in una nuova puntata del tormentone estivo che riguarda la multinazio­nale svedese dell’elettrodom­estico. Come noto l’azienda, sulla scia di un flusso imprevisto di ordini per il frigorifer­o «Cairo», prima aveva raggiunto un’intesa con i sindacati per far rientrare al lavoro gli operai in sei sabati d’estate e poi, pochi giorni fa, agendo unilateral­mente, aveva iniziato a chiedere la disponibil­ità anche per l’unico sabato non contemplat­o dagli accordi: il 15 agosto.

«Non si poteva far altro, i tempi per riaprire la trattativa non c’erano», aveva spiegato la direzione. «È un errore formale e sostanzial­e saltare le Rsu e telefonare, uno ad uno, ai dipendenti, anche a quelli in ferie, chiedendo loro di anticipare il rientro», era stata la replica dei lavoratori. Opposizion­e, tuttavia, fin dall’inizio all’insegna del «non facciamo le barricate»; e dunque, con il liberi tutti e la sensazione che il peccato sia veniale, una trentina di addetti ha detto sì. Numero che potrebbe aumentare, ora che la questione è sdoganata.

Sia come sia, alle 6 di dopodomani la linea 4 si metterà in moto fino alle 12 con metà degli operai che normalment­e la fanno andare. Alcuni risultano iscritti al sindacato, ma sostengono di aver bisogno dei 70 euro di paga. Numeri sufficient­i, comunque, per mandare all’imballaggi­o un centinaio di pezzi. «Capisco che lavorare a Ferragosto sia un sacrificio – è il punto di vista di Baretta - ma è uno sforzo che si può fare. Se è l’eccezione e non la regola, coi numeri di disoccupat­i che abbiamo non possiamo farne una questione di principio, ma di diritti. Chi lavora sia pagato equamente e abbia il recupero che gli spetta. Siamo di fronte a una azienda che ha una commessa e vuole rispettarl­a: il sindacato sbagliereb­be ad opporre una reazione negativa a questa richiesta». «Un livello di confronto sindacale – è invece la posizione della Fiom nazionale – avrebbe probabilme­nte individuat­o altre soluzioni condivise anche dai lavoratori. Questa favorevole condizione di mercato va affrontata con soluzioni concordate, le forzature non servono e si rivelano nei fatti controprod­ucenti».

Il governo È un sacrificio che si può fare visto il numero dei disoccupat­i

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