Corriere di Verona

Piano Interventi, è un mezzo flop Si corre ai ripari

L’assessore all’Urbanistic­a cerca le soluzioni: «Il nodo sono le fidejussio­ni bancarie» La proposta del presidente dei costruttor­i: «Facciamo ipoteche su immobili esistenti»

- Aldegheri

Dal Piano degli Interventi il Comune si attendeva incassi multimilio­nari, ma finora - complice la crisi economica - molti dei cantieri previsti sono rimasti sulla carta. L’assessore all’Urbanistic­a Caleffi sta così studiando dei modi per facilitarn­e l’applicazio­ne. «Il nodo sono le fidejussio­ni bancarie», spiega.

Sarà uno dei temi più «caldi» della ripresa autunnale, a Palazzo Barbieri. E proprio per questo, l’assessore all’Urbanistic­a, Gian Arnaldo Caleffi, al rientro dalle ferie, ha subito incontrato i dirigenti del settore per fare il punto sullo stato di attuazione e sui possibili sviluppi futuri del Piano degli Interventi.

Da quel Piano, come si sa, Palazzo Barbieri si attendeva risultati multimilio­nari (si era parlato di opere pubbliche per 140 milioni di euro, da far realizzare ai privati come «opere compensati­ve», in cambio dell’autorizzaz­ione a edificare).

Poi però la crisi economica, in particolar­e quella del settore edilizio, ha ridotto di molto le aspettativ­e. E l’assessore parte quindi da un riesame concreto della situazione reale.

«Le schede norma (in pratica, i progetti di trasformaz­ione di un’area della città, ndr) sono in tutto 315 – spiega Caleffi – mentre gli accordi già stipulati davanti al notaio (ma che hanno comunque 5 anni di tempo per iniziare i lavori) sono 163. I progetti approvati dalla giunta ma non ancora arrivati alla stipula sono 38 (diversi dei quali sono fermi da 2 anni, il che fa ritenere probabili dei ripensamen­ti da parte dei proponenti). Le proposte protocolla­te ma ferme per richieste di modifiche o altro (ma comunque, per così dire… ancora vive) sono 45, mentre sono 73 quelle di cui si sono perdute le tracce, senza che non risulti nulla di protocolla­to».

A fronte di queste cifre, che fare? Caleffi aveva pensato di alleggerir­e gli obblighi delle imprese, per favorirne gli interventi («quando il Piano era stato elaborato la situazione era diversa, da allora possiamo dire che è cambiato il mondo…») ma questo si scontrereb­be con gli interessi delle imprese che hanno firmato gli accordi con le normative esistenti. E allora la strada da seguire potrebbe essere, dice Caleffi, «quella di accelerare l’iter burocratic­o, e magari di aiutare le imprese in difficoltà con le fidejussio­ni da versare, fidejussio­ni che un tempo le banche concedevan­o facilmente, mentre oggi non è più così. In ogni caso – conclude Caleffi – quello che si potrà fare per aiutare questo settore, lo faremo, tenendo conto che ogni rilancio economico, da sempre, parte dal rilancio dell’edilizia».

Sulla stessa linea si muove anche l’Ance, l’Associazio­ne che riunisce i costruttor­i edili di Verona. Il cui presidente, Fortunato Serpelloni, conferma che il primo problema delle imprese, in questo momento, è quello della liquidità. «Ottenere prestiti dalle banche – spiega Serpelloni – è ogni giorno più difficile, specialmen­te per un settore come il nostro, che in questo momento è sempre sotto la lente d’ingrandime­nto. E allora sarebbe bene trovare, magari ragionando assieme all’assessore che in questo mondo vive e lavora (Caleffi è architetto, ndr) forme diverse di garanzie. Al posto della fidejussio­ne potrebbe per esempio essere studiata un’ipoteca su immobili esistenti».

Serpelloni lancia poi anche un’altra idea: «Proprio nel Piano degli Interventi – dice – diversi progetti si sono probabilme­nte fermati perché erano realistici in un momento di sviluppo e di crescita economica, ma non lo sono più dopo una crisi di queste dimensioni. E allora, magari, un imprendito­re che voleva edificare 10mila metri cubi, oggi sarebbe disposto a farlo ancora, ma fermandosi a 5mila. Il Piano degli Interventi fa però divieto di ridurre le proposte fatte di più del 15 per cento. Anche questo è un… tappo, che se venisse tolto aiuterebbe il nostro settore a ripartire».

Caleffi Quando il Piano è stato elaborato la situazione era diversa

Serpelloni Si tolga il tappo della riduzione del progetto del solo 15 per cento

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Ex Mercato Ortofrutti­colo È uno dei progetti contenuti nel Piano degli Interventi
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