Corriere di Verona

Bigon e il mercato «Rosa adeguata che guarda al futuro»

Il ds: pochi prestiti, più italiani. E 26 cessioni

- Fontana

Prima che nella sala stampa di via Belgio Riccardo Bigon cominci a parlare, ai cronisti in attesa viene consegnata una cartella con dentro un foglio formato A4. Sopra c’è l’elenco delle operazioni effettuate dal Verona sul mercato. Il conteggio porta a un totale di dieci acquisti e ventisei cessioni. Rosa (o, quantomeno, elenco dei tesserati: le due cose non coincidono) sottoposta a un processo di «dimagrimen­to» consistent­e: «Era uno degli obiettivi che c’eravamo posti – spiega il direttore sportivo dell’Hellas – un organico più snello. Un gruppo con più giocatori di proprietà e più italiano. Questo quanto volevamo, ed è quanto abbiamo fatto». Sono rimasti Jacopo Sala e Romulo, mentre l’ultimo atto è stato lo scambio con la Sampdoria che ha portato a Verona Pawel Wszolek e a Genova Lazaros Christodou­lopoulos. Bigon traccia la linea e fa il bilancio alla chiusura della sessione estiva.

Bigon, che mercato è stato?

« Si sono mosse molto le grandi, sotto è successo poco. Noi abbiamo giocato d’anticipo: il mio metodo è sempre stato questo, con l’intento di consegnare al tecnico al più presto la squadra definita. A parte il caso Lazaros-Wszolek, già a fine luglio eravamo al completo, dopo l’arrivo di Albertazzi».

Che Verona è nato?

«Abbiamo soltanto due giocatori in prestito, rispetto ai dieci della scorsa stagione, quindi il patrimonio è più ampio. Ci sono molti ragazzi nati dopo il 1990, tra gli altri Bianchetti ed Helander che saranno i centrali del futuro dell’Hellas, Lo svecchiame­nto è un concetto relativo, il dato sull’età media (che non si è abbassata granché: da 27.8 a 27.3 anni rispetto al 2014-2015, nda) lascia il tempo che trova. Non ci sto al giochino del confronto con il passato, il Verona deve essere pronto a sudare e a soffrire. Ci saranno anche momenti difficili, ma non si può pensare che l’Hellas vinca sempre facendo calcio-champagne».

Come va letta la conferma di Sala?

«Fino a Ferragosto ci sono stati insistiti interessam­enti per lui. Ma la nostra scelta è stata sempre chiara: nessuna svendita. Jacopo, d’altronde, ha manifestat­o la volontà di rimanere. Non è questione di durata o meno del contratto che ha con il Verona: il suo valore sarà determinat­o da quel che farà sul campo. Lo consideria­mo un acquisto. Per Romulo il discorso è diverso, visto che viene da una stagione sfortunata e, per quanto la sua qualità sia certa, di richieste autentiche non ne abbiamo ricevute. Il suo contratto è rimasto invariato».

Ledesma e Pizarro quanto sono stati vicini all’Hellas?

«Ci sono stati proposti, stessa cosa che è avvenuta con molti altri calciatori. Questo è il mercato, che va in onda 24 ore su 24. Ma né con l’uno né con l’altro si è andati oltre, non rientravan­o nei nostri piani».

Dopo la sconfitta a Genova è tornata sul banco degli imputati la difesa. Lo stesso Luca Toni ha detto che il Verona prende troppi gol…

«Con Luca parlo ogni giorno, non ho bisogno di leggere le sue dichiarazi­oni sui giornali per sapere come la pensa. Bisogna sempre fare riferiment­o alla fase difensiva, non ai difensori e basta. Siamo una squadra che si propone. Anche con Benitez, al Napoli, era così. Se fai 104 gol in un campionato è più facile prenderne 50. Se segni tantissimo e subisci poco, vinci lo scudetto. Evidente che perdere dà fastidio, non ci si dorme la notte, ed è quello che è avvenuto per il 2-0 incassato a Marassi».

Rispetto ai traguardi a cui mira, come considera il Verona che è stato allestito?

«Clamorosam­ente adeguato al raggiungim­ento degli obiettivi. In panchina, con il Genoa, avevamo Pazzini, Romulo e Viviani, tra gli altri. E Helander e Ionita sono ancora fuori per infortunio. Ora arriva Wszolek, che abbiamo preso perché ci può essere utile. Christodou­lopoulos avremmo potuto cederlo prima, c’erano tante società interessat­e, ma nessuno ci dava, in cambio, un giocatore che ci piacesse. Poi, ecco Wszolek, che ci va bene. Altrimenti Lazaros sarebbe stato reintegrat­o».

Abbiamo solo due giocatori in prestito, il patrimonio della società è più ampio

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