«Invito i genitori a leggere quei libri e scegliere come educare i propri figli»
«I genitori hanno paura? Li invito a leggere i libri in questione, a informarsi, a valutarli bene, a confrontarli con la realtà educativa che vogliono dare ai loro figli pensando a quali dovrebbero essere secondo loro i valori capaci di costruire la società futura e poi a scegliere cosa vogliono fare». A dirlo è il Patriarca Francesco Moraglia, arrivato da poco alla Casa dell’ospitalità di Mestre che d’estate sopperisce all’assenza delle mense Caritas, quando chiudono. Interviene sollecitato nel dibattito che riguarda quelli che tutti ormai chiamano «libri gender» ma che di fatto sono 49 volumi per bambini dedicati anche a tematiche omosessuali e all’educazione contro la discriminazione di genere. Un intervento che diventa in poche parole un appello alla responsabilità diretta della famiglia.
Poi il Patriarca si lascia alle spalle il dibattito ed entra. Alla Casa dell’Ospitalità sono tutti seduti davanti ad un piatto di pasta al sugo, ad un panino e ad un bicchiere d’acqua. È da poco passata l’ora di pranzo. La mensa è piena fino a scoppiare e i pasti sono già stati distribuiti tutti. Gli ospiti, che non si aspettavano la sua visita gli sono intorno in un minuto. «Io sono Ucraina, preghi per noi» gli dice una donna. «Io ho trovato lavoro la settimana scorsa ma non ho una casa, come faccio? Mi da una mano lei?» aggiunge un ragazzo marocchino. Francesco Moraglia stringe le mani a tutti, ascolta le storie dure, difficili, di questi uomini e donne e poi scuote la testa: «Ecco, vedete? Questa umanità è il risultato di un’Europa che c’è e non c’è e di una politica che ha fallito – dice - non dobbiamo dimenticare che c’è disperazione alle spalle di queste vite, di chi muore schiacciato tra le ruote dei tir cadendo perché aveva appeso le sue speranze alla pancia di un camion, dobbiamo aver rispetto di questi dolori. Vale per tutti, a partire dalla politica locale passando per quella nazionale ed europea».
Dal fondo della sala qualcuno si lamenta perché anche oggi è finito il pane prima che toccasse a lui e quindi non avrà la sua reazione. Sono in tanti, tantissimi, e il caldo rende l’aria irrespirabile dentro la mensa. Qualcuno arriva dal Marocco, altri dalla Siria altri sono in Italia da anni ma non hanno abbastanza soldi per comprare i viveri. «La situazione di oggi sul fronte dell’immigrazione è il risultato di un’Europa che resta tronfia di dichiarazioni e non risolve i problemi nei fatti – continua Moraglia - È mancata la lungimiranza, la capacità progettuale e anche quella di lettura della realtà. Perché avremmo potuto prevedere che sarebbe successo. Siamo lo stato più esposto e la realtà è questa». Quando dice «questa» Francesco Moraglia allarga le braccia indicando tutti i presenti. Poveri, spesso senza casa, in molti in fuga dalla guerra, ma non tutti. «L’Italia ha dovuto rispondere alle domande da sola perché l’Europa prima c’è e poi scompare. Quando si sveglia la signora Merkel scompare la Gran Bretagna e viceversa – continua Moraglia -l’Europa ha dimostrato di non essere in grado di gestire il fenomeno e credo toccherebbe alle Nazioni unite intervenire». Intanto in città la Giunta Brugnaro ha già fatto sapere che non c’è posto per nessun altro. «I comuni veneti non si sono comportati tutti nello stesso modo – dice Simone Venturini, assessore alle politiche sociali del Comune – Venezia ha già fatto la sua parte sul piano dell’accoglienza, altro posto non ce n’è».
49 Sono i libri che la giunta di Venezia ha messo sotto esame per messaggi contrari alla «famiglia tradizionale»
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