Corriere di Verona

Halima, volto della Caritas per l’8 per mille «Qui ho trovato aiuto per me e mio figlio»

Marocchina in fuga dalla violenza, è stata accolta dal centro Braccia Aperte

- D.O.

È la storia di Halima, giovane marocchina in fuga «due volte», prima dal suo Paese, poi dal padre di suo figlio, ma è anche quella di molte donne nella sua condizione. Italiane come straniere, con uno o più figli da crescere e compagni che più che un aiuto rappresent­ano una minaccia. Il suo sorriso apre uno degli spot che la Conferenza episcopale italiana ha commission­ato per la campagna dedicata all’8 per mille. Lo slogan è noto: «Chiedilo a loro» e accompagna una serie di esempi di come i soldi provenient­i dalle dichiarazi­oni dei redditi sono stati utilizzati, oltre che per il sostentame­nto del clero, anche per aiutare persone in difficoltà. Tra le realtà vicine «agli ultimi» la Cei ha scelto una piccola struttura di Verona, la casa « Braccia Aperte». Si tratta di una casa di seconda accoglienz­a, gestita dalla Caritas e che vede la presenza costante di un gruppo di suore orsoline. Attiva dal 2002 e aperta per volere del vescovo Flavio Roberto Carraro, ha ospitato 53 donne, sempre con i figli a seguito (67 quelli accolti), mettendo a disposizio­ne otto appartamen­ti, in media per la durata di un anno.Tra queste, per l’appunto, Halima. «Non avevo una famiglia normale - racconta Halima nello spot - ero senza una madre e un padre che mi potessero aiutare, per questo sono stata costretta ad andarmene, ancora da minorenne». A Verona, Halima, conosce un uomo. «Ero innamorata, ma da quando sono rimasta incinta le cose hanno cominciato a cambiare e sono stata costretta a scegliere tra lui e mio figlio». Una situazione difficile, da cui è uscita, spiega «grazie all’aiuto di altre persone, che mi hanno permesso di poter crescere il mio bambino. Ora sono felice». Casa «Braccia Aperte» funziona così: «Qui viene offerta una seconda possibilit­à - sintetizza Greta Perina, educatrice della struttura - le nostre ospiti arrivano a seguito del parere del tribunale, quando c’è un rischio comprovato di conflitto violento in famiglia. Tutte possono contare in una struttura protetta, in un luogo comodo, con un giardino e con uno spazio pensato per far sentire a loro agio i bambini. Per fa ricomincia­re madri e figlio si cerca anche di aiutarle a reinserirs­i nella società, in modo che si sentano meno disorienta­te». Abbastanza da far sì che la Cei valutasse questa realtà come una piccola eccellenza: «Nel percorso avviato da circa due anni - spiega Barbara Simoncelli, responsabi­le della Casa per conto della Caritas - puntiamo a rafforzare le ragazze perché ricomincin­o senza paura. Vogliamo offrire loro una prospettiv­a diversa. È solo uno dei fronti sui cui la Caritas della nostra diocesi sta operando in questo momento accanto all’immigrazio­ne, il sostegno delle famiglie in difficoltà, la grave marginalit­à e l’emergenza alimentare».

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Nello spot Halima

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