Catullo-Montichiari, la partita si sposta in Europa
Il Consiglio di Stato: sulla concessione si pronunci la Corte di giustizia dell’Ue. Arena: non finisce mai
Il Consiglio di Stato ha deciso di non decidere: ieri sera è stata pubblicata l’ordinanza con la quale si rimanda alla Corte di giustizia europea ogni decisione sulla concessione quarantennale per l’aeroporto di Montichiari a favore del Catullo. Il presidente Paolo Arena: «Nasce un problema politico. E non si finisce mai».
Attesa da oltre due mesi e mezzo, considerata dirimente per il futuro del Catullo e più in genere del sistema aeroportuale del Nordest, l’ordinanza del Consiglio di Stato sullo scalo di Montichiari è apparsa ieri sera sul sito dell’organo di giustizia. Ed è, a sorpresa, una non-decisione. Un pareggio che sa (quasi) di sconfitta: i magistrati amministrativi di ultima istanza hanno deciso di «sollevare la questione pregiudiziale innanzi alla Corte europea di giustizia». L’Italia abdica e si affida all’esame delle istituzioni europee. La prima cattiva notizia per tutti è, comunque vada, che i tempi per un pronunciamento definitivo sulla concessione quarantennale di Montichiari a favore della società veronese si allungano ancora di parecchio: si parla anche di un paio d’anni, perché questi sono i tempi medi delle sentenze della Corte europea. La seconda notizia, potenzialmente cattiva solo per il Catullo, è che i giudici di stanza in Lussemburgo sono di solito assai propensi a dar ragione a chi invoca procedure di gara per l’assegnazione di concessioni. Perché è questo - è arcinoto - il nocciolo della questione: la spa veronese aveva presentato ricorso contro il pronunciamento del Tar di Brescia, che a sua volta aveva accolto istanza di annullamento per l’affidamento quarantennale dell’aeroporto di Montichiari. Ricorrente, la Sacbo di Bergamo, gestore di Orio al Serio. Tralasciando i particolari di diritto, la sostanza è: dalla Lombardia hanno considerato illegittima la concessione rilasciata con decreto interministeriale del marzo 2013. Perché non c’è stata alcuna gara europea pubblica. L’ordinanza del Consiglio di Stato, che pure non decide in merito, contiene però un passaggio che quasi dà ragione alla Sacbo: «Ora la Sezione ritiene che la fattispecie all’esame non possa sottrarsi alla disciplina comunitaria che impone lo svolgimento di una concessione quarantennale di gestione aeroportuale totale...».
Il presidente del Catullo, Paolo Arena, appena appreso della novità, esordisce con un commento rituale: «Ovviamente tutte le sentenze vanno rispettate. Studieremo le carte per capire meglio e valutare » . Ma l’aplomb dura lo spazio di pochi secondi, perché l’irritazione è chiarissima: «Certo è che adesso si pone un problema politico e, oserei dire, di sovranità nazionale. L’aspetto curioso è che la concessione quarantennale di Montichiari venga messa in discussione in un Paese dove l’assegnazione iniziale o le procedure di rinnovo delle concessioni sono stati portati a termine senza alcuna gara in molti scali, compreso quello di Bergamo gestito dalla Sacbo». Come dire: la Sacbo ricorre invocando un principio che non è valso per lei. «Non solo: così è andata e va anche per gestori autostradali e porti. Per questo penso che si apra un problema politico serio». Arena riflette: «Sembra quasi che a questo aeroporto, Montichiari, non si voglia dare mai la possibilità di uno sviluppo. Abbiamo combattuto per 15 anni avendo una concessione temporanea, alla fine di un’attesa estenuante abbiamo ottenuto il decreto del governo nel 2013, e ancora stiamo ad aspettare. Avessero deciso di bocciare il nostro ricorso contro la sentenza del Tar, avremmo almeno la certezza di doverci preparare a una gara e quindi a un’offerta. Invece siamo di nuovo qui a tessere la tela di Penelope. E ad attendere magari un paio di anni».
Presidente irritato «Si solleva la questione delle gare ma in molti scali, compreso Orio, non si sono fatte»