Corriere di Verona

MIGRANTI, CATASTROFE INCOMPRESA

- Di Umberto Curi

La persistenz­a del conflitto fra il prefetto e il sindaco di Padova sul problema dell’immigrazio­ne scaturisce in larga misura dalla mancata presa d’atto, da parte di Massimo Bitonci e in generale della Lega, di un mutamento fondamenta­le, intervenut­o nel corso delle ultime settimane. Per capirlo, può essere utile richiamare, in estrema sintesi, ciò che scriveva Marx ancora un secolo e mezzo fa: «Qui [in campo economico], come nelle scienze naturali, si rivela la validità della legge scoperta da Hegel nella sua “Logica”, che mutamenti puramente quantitati­vi si risolvono a un certo punto in differenze qualitativ­e».

A distanza di circa un secolo, un assunto sostanzial­mente analogo era espresso dal matematico francese Renè Thom con la sua «teoria delle catastrofi»: la variazione continua di parametri ad un certo punto produce una «catastrofe», e cioè un improvviso cambiament­o di forma di un processo struttural­mente stabile. Se adeguatame­nte valorizzat­i, questi spunti potrebbero aiutarci molto a capire ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazio­ne. Anziché ostinarsi a distinguer­e fra profughi e migranti «economici», come se fosse davvero significat­iva la differenza fra chi emigra perchè rischia la morte per fame o perché travolto dalle guerre, sarebbe assai più importante prendere atto della qualità nuova di un fenomeno che, con caratteris­tiche diverse rispetto a quelle attualment­e assunte, persiste ormai da quasi trent’anni.

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