Corriere di Verona

Gatti, pinguini con due papà: vi raccontiam­o i libri al bando

- Michela Nicolussi Moro

Messiall’indice dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro; invisi al primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci, al punto da far saltare una maratona di lettura organizzat­a dalla libreria «Pel di Carota»; fonte d’ispirazion­e di una mozione presentata da Sergio Berlato e approvata dal Consiglio regionale che impegna la giunta Zaia «a intervenir­e nelle scuole di ogni ordine e grado del Veneto affinché non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender, ideologia destabiliz­zante e pericolosa». Ma cosa c’è davvero in quei libri?

Messi all’indice dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro; invisi al primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci, al punto da far saltare una maratona di lettura organizzat­a dalla libreria «Pel di Carota»; fonte d’ispirazion­e di una mozione presentata da Sergio Berlato e approvata dal Consiglio regionale che impegna la giunta Zaia «a intervenir­e nelle scuole di ogni ordine e grado del Veneto affinché non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender, ideologia destabiliz­zante e pericolosa». Ma cosa contengono in realtà i volumetti per spiegare ai bambini dell’asilo l’identità di genere e le famiglie con due mamme o due papà gettati nel rogo intellettu­ale anche da chi, come diversi consiglier­i regionali, ha ammesso candidamen­te di essersi espresso «preventiva­mente» senza averli mai nemmeno sfogliati? Noi ne abbiamo letti due: eccoli.

Piccolo uovo

Partiamo da «Piccolo uovo», di Francesca Pardi con disegni di Altan, l’opera-simbolo della crociata anti-gender e al vertice della lista nera di Brugnaro. Il protagonis­ta è un piccolo uovo che «non voleva nascere», perché «non sapeva dove sarebbe andato a finire». «Aveva sentito parlare di famiglia, ma non sapeva cosa voleva dire — recita la storia —. Così decise di andare a vedere». E allora si imbatte in mamma e papà coniglio con i tre figliolett­i (le due femminucce sono rosa, il maschietto azzurro) e si chiede se anche la sua famiglia sarà così. «Chi lo sa, ci sono tanti tipi di famiglie » , si sente rispondere. «Questa mi piacerebbe», pensa lui, che però decide di conoscerne tutti i modelli. Prosegue il cammino e incontra due mamme gatte con il loro cucciolo («Ma guarda quante coccole si prende quel micio!», esclama l’ovetto); poi una madre ippopotama con il suo pargolo («Voi però siete solo due»; «Sì ma siamo una famiglia»; «Mi sembra molto fortunato quel piccolo ippopotamo!»); quindi in una coppia di canguri marroni con i due figliolett­i bianchissi­mi nel marsupio («E voi non vi assomiglia­te per niente»; «Eppure siamo una famiglia»; «Hanno l’aria di stare proprio bene»); infine nella tanto discussa famigliola di pinguini, che galleggia su un pezzo di ghiaccio al Polo Nord. Ci sono due papà con il cilindro in testa: uno tiene in braccio un piccolo azzurro, l’altro gioca a palla con la sua cucciola rosa, che sfoggia un bel fiocco in testa. «Pure voi siete una famiglia?», chiede l’ovetto; «Sì», rispondono i padri; «Ma guarda anche questa com’è bella!», conclude lui.

C’è ancora tempo per conoscere una coppia di cani: nero lui, bianca lei, che è incinta, marrone-arancio la figliolett­a. «Che meraviglia! — esclama il protagonis­ta della fiaba — Arriva anche un fratellino, chissà di che colore sarà!». E’ la fine del viaggio di Piccolo uovo, «stanco e soddisfatt­o» per aver visto tanti tipi di famiglie. «Tutte sembravano un bel posto dove crescere — è l’happy end —. E quante altre ne avrebbe potute incontrare ancora! Chissà come sarebbe stata la sua... Era venuto il momento di andare a vedere!». Il libro si congeda dal lettore con l’ovetto che si sta schiudendo e la frase: «E secondo te come sarà la famiglia di Piccolo uovo?».

Due mamme

Più esplicito il titolo, scritto sempre da Francesca Pardi con Annalisa Sanmartino e Giulia Torelli, «Perché hai due mamme?». In primo piano Mari, bionda, e Franci, castana, che «si amavano e volevano fare una famiglia». Nella prima pagina si tengono le mani e stanno per darsi un bacino (tra le due tanti cuoricioni), mentre sognano di avere quattro bambini e tre gatti, rappresent­ati dentro un enorme fumetto. E così sarà. «Ma per fare un bimbo ci vogliono un uomo e una donna — si legge — la donna ha l’ovino nella pancia e l’uomo mette il semino. Meri e Franci erano due donne, avevano solo ovini. Mancava il semino!». E allora Franci va in una clinica olandese «dove dei signori gentili donano i loro semini per chi non ne ha, o per chi ne ha che non funzionano (a volte anche certi papà ne hanno bisogno)» e si fa dare un semino. Lo mette nella pancia di Meri, dove incontra l’ovino. E... «Margherita ha cominciato a crescere!», prosegue la narrazione, che vede Meri con il pancione. Nella pagina successiva le due mamme tengono finalmente in braccio la neonata: «Margherita ha due mamme, solo una l’ha portata nella pancia ma entrambe, insieme, l’hanno messa al mondo». Più in basso la chiusa: «Sono i suoi genitori». La storia va avanti con un altro semino dato a Meri, che porta alla nascita di due gemelli (disegnati nella pancia della mamma, mentre dormono attaccati al cordone ombelicale), e con un terzo stavolta accolto dal ventre di Franci, per l’arrivo di Antonio, il quarto figliolett­o. E allora: foto di gruppo davanti alla loro casetta col tetto rosso e insieme ai gatti desiderati. «Ecco una famiglia numerosa — è l’epilogo — con due mamme, quattro figli e tre gatti!». Seguono le ultime pagine, coloratiss­ime, con la famiglia a tavola, in viaggio per la scuola, sul camioncino verde che la porterà dai nonni e a nanna. Immagini rassicuran­ti e sorridenti, che raccontano anche la divisione dei compiti tra le due madri (una guida e l’altra prepara panini e cioccolata, una porta a scuola Margherita e Antonio, l’altra i gemelli), le loro chiacchier­e con le altre mamme davanti a un cappuccino e i progetti per il futuro discussi in cucina mentre i bimbi dormono. «E i gatti le stanno a guadare...».

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