Corriere di Verona

VRBAN FESTIVAL LASCIA VERONA E VA A PRATO

Ma gli organizzat­ori negano: «Le polemiche non c’entrano». Miglioranz­i (Amia): «Rifarei tutto»

- Davide Orsato

Gliorganiz­zatori negano che sia questo il motivo, ma l’Vrban Festival, salito agli onori delle cronache un anno fa per il caso dei 99 Posse (che poi a Verona non si esibirono mai), abbandona la nostra città e si trasferisc­e (diventando anche Urban Festival) in Toscana, a Prato.

L’indirizzo internet riporta ancora le vestigia del nome originale: « VrbanFesti­val.it». Un gioco di parole, tra «Urban», cioè «cittadino» e la targa automobili­stica di Verona. Una volta entrati, però, si scopre che quella «V» iniziale è stata smussata fino a diventare una «U». La ragione? Il calembour non è più d’attualità, dato che la location è cambiata.

Dopo nove anni in cui l’Vrban rappresent­ava un evento fisso nel calendario estivo scaligero (sempre a fine stagione, sempre ai bastioni dell’ex zoo), il festival musicale che sposa le tematiche dell’ecososteni­bilità si trasferirà a Prato. Per la precisione, all’ex ippodromo della città toscana, nel periodo che va dal 17 al 20 settembre.

Noto anche il programma, che vedrà la partecipaz­ione di artisti come Levante e gli Africa Unite e, in chiusura, un fedelissim­o della manifestaz­ione: Luca Bassanese. Confermata, inoltre, anche la presenza di laboratori che coinvolger­anno diverse realtà locali, tra cui Legambient­e: insomma, a parte la differenza geografica, il format è proprio quello di Verona, così come veronesi sono gli organizzat­ori: l’agenzia Studio-ventisette.

L’anno scorso, nella sua - ultima, a questo punto - edizione veronese, l’evento era stato al centro delle cronache locali, per la querelle sorta attorno alla partecipaz­ione della band 99 Posse. Formazione ad alto impatto politico, la cui presenza, sul cartellone, scatenò le reazioni di esponenti della destra veronese, tra cui l’ex assessore Vittorio Di Dio e il presidente di Amia, Andrea Miglioranz­i. Proprio quest’ultimo decise di togliere il sostegno dell’azienda pubblica, storico sponsor del festival. Alla fine, gli organizzat­ori cambiarono il programma, non senza uno strascico polemico, e i 99 Posse non si esibirono a Verona. C’è questo caso dietro al trasloco dell’Vrban, ora Urban? Gli organizzat­ori negano. «Si è sempliceme­nte deciso di accettare l’offerta arrivata dal Comune di Prato, che per noi costituisc­e una sfida - spiega Alessandra Biti di Studio-ventisette - dopo dieci anni di vita, l’evento diventa naziotemi nale e, con tutta probabilit­à, anche itinerante. L’evento si inserirà nell’ambito del Settembre Pratese, ed è scelto e voluto con forza dal territorio toscano per farne bandiera di un impegno dell’amministra­zione sui della cultura e della sostenibil­ità». Del resto, il festival può vantare, unico evento in Italia, la certificaz­ione secondo i parametri dell’Iso 20:121, un attestato internazio­nale che ne garantisce la bassa impronta ambientale. «Inoltre - conclude Biti - abbiamo organizzat­o un concorso per artisti emergenti proprio sul tema della sostenibil­ità: il vincitore, oltre a ottenere un premio in denaro, si esibirà nella serata conclusiva». E Amia cosa dice?: «Da parte nostra non c’è stata nessuna chiusura, anzi, avremmo preso volentieri in consideraz­ione una partnershi­p» fa sapere Miglioranz­i. Ma nessun «pentimento» sul caso dello scorso anno: «Rifarei le stesse scelte: non possiamo sostenere un festival che prevede l’esibizione di un gruppo del genere, con quei testi e con quei precedenti penali. Il nostro non è stato un atteggiame­nto liberticid­a: nessuno avrebbe negato lo spazio. Ma il patrocinio di un’azienda pubblica sarebbe stato fuori luogo».

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In concerto I 99 Posse durante un’esibizione

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