VRBAN FESTIVAL LASCIA VERONA E VA A PRATO
Ma gli organizzatori negano: «Le polemiche non c’entrano». Miglioranzi (Amia): «Rifarei tutto»
Gliorganizzatori negano che sia questo il motivo, ma l’Vrban Festival, salito agli onori delle cronache un anno fa per il caso dei 99 Posse (che poi a Verona non si esibirono mai), abbandona la nostra città e si trasferisce (diventando anche Urban Festival) in Toscana, a Prato.
L’indirizzo internet riporta ancora le vestigia del nome originale: « VrbanFestival.it». Un gioco di parole, tra «Urban», cioè «cittadino» e la targa automobilistica di Verona. Una volta entrati, però, si scopre che quella «V» iniziale è stata smussata fino a diventare una «U». La ragione? Il calembour non è più d’attualità, dato che la location è cambiata.
Dopo nove anni in cui l’Vrban rappresentava un evento fisso nel calendario estivo scaligero (sempre a fine stagione, sempre ai bastioni dell’ex zoo), il festival musicale che sposa le tematiche dell’ecosostenibilità si trasferirà a Prato. Per la precisione, all’ex ippodromo della città toscana, nel periodo che va dal 17 al 20 settembre.
Noto anche il programma, che vedrà la partecipazione di artisti come Levante e gli Africa Unite e, in chiusura, un fedelissimo della manifestazione: Luca Bassanese. Confermata, inoltre, anche la presenza di laboratori che coinvolgeranno diverse realtà locali, tra cui Legambiente: insomma, a parte la differenza geografica, il format è proprio quello di Verona, così come veronesi sono gli organizzatori: l’agenzia Studio-ventisette.
L’anno scorso, nella sua - ultima, a questo punto - edizione veronese, l’evento era stato al centro delle cronache locali, per la querelle sorta attorno alla partecipazione della band 99 Posse. Formazione ad alto impatto politico, la cui presenza, sul cartellone, scatenò le reazioni di esponenti della destra veronese, tra cui l’ex assessore Vittorio Di Dio e il presidente di Amia, Andrea Miglioranzi. Proprio quest’ultimo decise di togliere il sostegno dell’azienda pubblica, storico sponsor del festival. Alla fine, gli organizzatori cambiarono il programma, non senza uno strascico polemico, e i 99 Posse non si esibirono a Verona. C’è questo caso dietro al trasloco dell’Vrban, ora Urban? Gli organizzatori negano. «Si è semplicemente deciso di accettare l’offerta arrivata dal Comune di Prato, che per noi costituisce una sfida - spiega Alessandra Biti di Studio-ventisette - dopo dieci anni di vita, l’evento diventa naziotemi nale e, con tutta probabilità, anche itinerante. L’evento si inserirà nell’ambito del Settembre Pratese, ed è scelto e voluto con forza dal territorio toscano per farne bandiera di un impegno dell’amministrazione sui della cultura e della sostenibilità». Del resto, il festival può vantare, unico evento in Italia, la certificazione secondo i parametri dell’Iso 20:121, un attestato internazionale che ne garantisce la bassa impronta ambientale. «Inoltre - conclude Biti - abbiamo organizzato un concorso per artisti emergenti proprio sul tema della sostenibilità: il vincitore, oltre a ottenere un premio in denaro, si esibirà nella serata conclusiva». E Amia cosa dice?: «Da parte nostra non c’è stata nessuna chiusura, anzi, avremmo preso volentieri in considerazione una partnership» fa sapere Miglioranzi. Ma nessun «pentimento» sul caso dello scorso anno: «Rifarei le stesse scelte: non possiamo sostenere un festival che prevede l’esibizione di un gruppo del genere, con quei testi e con quei precedenti penali. Il nostro non è stato un atteggiamento liberticida: nessuno avrebbe negato lo spazio. Ma il patrocinio di un’azienda pubblica sarebbe stato fuori luogo».