Corriere di Verona

Pinzi e Wszolek, i colpi last minute di Chievo e Hellas

- Luca Romeo

Accento romano, barba folta («così sembro più vecchio») e tanta esperienza in più rispetto alle stagioni 2008-09 e 2009-10, in cui ha già vestito la maglia del Chievo. Così si è presentato ieri a Veronello Giampiero Pinzi, colpo last minute del mercato estivo, pronto a (ri) esordire in gialloblu nell’amichevole di domani contro il Pavia, alle 15,30 allo stadio comunale di Villafranc­a. Pinzi, è stato l’ultimo squillo di mercato della Serie A. «Una trattativa rapida, durata una sola giornata. So che se avessi lasciato Udine per un’altra società adesso avrei fatto fatica a inserirmi, ma qui al Chievo è diverso, è un ambiente che conosco già bene. Inoltre ho ricevuto messaggi di benvenuto dai nuovi tifosi, cosa che mi rende orgoglioso».

Cosa ricorda del Chievo dalla sua passata esperienza?

«Qui ho trascorso due anni belli e intensi, so che cosa significhi giocare per la salvezza e apprezzo la mentalità di questa squadra, umile, che non molla mai. Mi rimetto in gioco partendo da zero, ma so che posso dare molto».

Arriva in un centrocamp­o gravato da diversi infortuni.

«Già, anche se ha trovato in Nicola Rigoni un nuovo elemento che sta facendo molto bene. Io sono a disposizio­ne, posso anche scendere in campo contro la Juve se il mister lo ritiene necessario. Da quella partita, comincerà il vero campionato, non facciamoci illudere dalla classifica di oggi».

Dopo cinque anni, come vede il gruppo gialloblu?

«Le cose non sono cambiate, il gruppo è la forza di questa squadra, l’arma in più. Con alcuni ho già giocato qui a Verona, mentre altri li ho incrociati molte volte sul campo».

Al Chievo la ricordano come un lottatore.

«In questi cinque anni ho elaborato anche un’altra qualità importante, l’esperienza. Ora sono un atleta maturo, penso di essere perfetto in questa squadra in cui coesistono giovani e giocatori più navigati. Ho firmato per due anni e, a 34 anni, non escludo di poter chiudere qui la mia carriera».

I tifosi udinesi non hanno preso bene la sua cessione.

«Per me Udine è un grande amore, sapevo che i tifosi mi volevano bene, ma non pensavo così tanto. Hanno protestato a lungo contro la società quando sono partito. Fa piacere, anche pensando al fatto che non sono uno che segna in rovesciata o mette i palloni all’incrocio dei pali».

È contento di ritrovare anche l’amico Simone Pepe?

«Certo. A inizio estate pensavo che avremmo vestito insieme la casacca dell’Udinese, poi llui ha scelto il Chievo, dove sono arrivato io, un po’ a sorpresa. Siamo due taciturni (ride, ndr), no, siamo dei chiacchier­oni, ora vi toccherà sopportarc­i».

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Lottatore Giampiero Pinzi ha lasciato al Chievo il ricordo di un centrocamp­ista grintoso

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