Attori, registi e critici in marcia «Noi stiamo con gli uomini scalzi»
Corteo alla Mostra del cinema, le adesioni si moltiplicano: «È ora di prendere posizione»
Saranno donne e uomini, giovani e vecchi, italiani e stranieri. E cammineranno scalzi. Lo faranno uno accanto all’altro per un lungo tratto fino a raggiungere il cuore della 72 esima Mostra del cinema, il «red carpet», l’infilata di lustrini e flash. Diranno che stanno con gli uomini senza scarpe, con i migranti, con chi viaggia per trovare casa e con chi la casa l’ha persa insieme alle persone più care. Cammineranno scalzi per dire che nessuno mette a repentaglio la sua vita volentieri, che nessuno lo fa con leggerezza. Perché a piedi nudi sul cemento c’è disagio, ma nel lasciare il luogo in cui si è nati, la propria madre, i propri fratelli, ce n’è molto di più.
Venerdì 11 settembre molti «nomi» del cinema mondiale si sono dati appuntamento proprio davanti alla 72esima Mostra e faranno una marcia silenziosa a piedi nudi. Tra i primi firmatari dell’appello ci sono attori, giornalisti, scrittori, amministratori pubblici e uomini di Chiesa: Lucia Annunziata, Don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, Don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Norma Rangeri, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, Don Armando Zappolini. Sono i primi ed è un appello aperto, chissà quante associazioni (ieri ha dato la sua adesione anche la Cgil) e quanti nomi conosciuti e meno conosciuti di aggiungeranno da qui all’11 settembre. «È arrivato il momento di decidere da che parte stare - dice il testo che hanno diffuso - è vero che non ci sono soluzioni semplici ma per affrontare i cambiamenti della storia è necessario avere una posizione. Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi, di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile da capire se non l’hai vissuto ma la migrazione assoluta richiede questo: abbandonare tutto, mettere il tuo corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro di là. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure e minacce ma è incivile e disumano non ascoltarle».
«Questo tipo di manifestazione è diventato necessario perché ormai viviamo in un clima di intolleranza generato dalla paura di essere invasi - spiega il regista Marco Bellocchio - come se fossimo davanti alla rappresentazione delle invasioni barbariche. Ignobile che alcuni partiti politici usino questa emergenza tragica per ragioni elettorali». «Condivido ogni singola riga del manifesto - dice anche Marco Paolini - ho già dato la mia adesione ma non ci sarò al Lido. il testo l’ho firmato subito. Ormai non si può più far finta che il fenomeno non esista, è arrivato il momento di prendere posizione». Accanto ad attori, registi, giornalisti e uomini di chiesa ci saranno però anche i lavoratori del mondo dell’accoglienza. «Il mio appello va soprattutto a loro - dice Andrea Segre uno degli ideatori dell’appello e della manifestazione - la cosa più importante è che si faccia sentire chi in questo mondo ci lavora ogni giorno. Quello che succede nella nostra Regione è che le amministrazioni comunali per paura di perdere voti non attivano le accoglienze Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) come potrebbero. Lo Sprar da fondi ingenti, permetterebbe di gestire in maniera coerente, sensibile e sensata questo fenomeno che non è più un’emergenza ma ormai è un fatto stabile del nostro mondo. Ma la paura di perdere voti è più forte». E un appello alla tolleranza l’hanno fatto anche Elisa Sednaoui la bella madrina ventottenne durante il discorso di inaugurazione della prima serata seguita a ruota dal presidente della regia Alfonso Cuaron. Chissà che all’ultimo momento non si aggreghino anche loro.
L’appello Noi stiamo con chi ha bisogno di mettere il suo corpo in pericolo per sopravvivere