Wszolek: «Qui all’Hellas per ritrovare la Nazionale»
Pawel va veloce. E lo fa perché è sempre stato così: «Quando ero bambino mi dedicavo all’atletica leggera, specialità i 100 metri piani». Pawel, che in polacco equivale all’italiano Paolo, di cognome fa Wszolek (la pronuncia è «Fsciolek») e lunedì è diventato l’ultimo acquisto della sessione estiva di mercato dell’Hellas, inserito in uno scambio di prestiti con Lazaros Christodoulopoulos: «Tutto è nato da una telefonata». Ci racconti. «Alle 20.31 mi è squillato il cellulare. Dall’altra parte c’era Carlo Osti, il direttore sportivo della Sampdoria. Mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto andare al Verona: gli ho detto di sì, sono corso in sede a Genova per firmare le carte, dopo aver parlato con il mio procuratore. Ed eccomi in gialloblù, per metterci il cuore».
Proprio dall’ambiente della Samp arrivano relazioni sulla capacità di corsa.
«Ho questa dote, ma per arrivare ad esprimersi a un certo livello in Italia c’è bisogno di altro. L’aspetto tattico è fondamentale, l’ho imparato qui, e ora sono un calciatore diverso. Quando sono arrivato ho giocato spesso, con Delio Rossi, ma sono stato frenato da dei problemi fisici: la pubalgia, precisamente. A giugno del 2014 mi sono operato a Milano. Quando ho ripreso, ho cambiato ruolo, Sinisa Mihajlovic mi ha abbassato nella posizione di terzino destro. Ma di spazio ne ho avuto di meno: soltanto sette presenze».
Ricomincia dal Verona, ed è il secondo polacco della storia dell’Hellas, lo sa?
«Mi hanno informato. Il primo è stato Wladyslav Zmuda (due stagioni condizionate dagli infortuni, dal 1982 al 1984, nda). Lo conosco bene, nel mio paese è molto noto e in più l’ho avuto come tecnico nella nazionale Under 20. La nazionale, appunto: spero di riconquistarla proprio con il Verona. Nel 2016 ci sono gli Europei in Francia, abbiamo una squadra forte, siamo primi nel girone».
Tra questi, alcuni uomini che sono approdati, o che già erano, in Italia: l’ultimo è Blaszczykowski, ingaggiato dalla Fiorentina.
«Il mio riferimento è lui. Poi c’è Szczesny, nella Roma. Il contatto più stretto ce l’ho con Kamil Glik, il capitano del Torino. Si è fatto strada, è cresciuto tantissimo fin dalla B proprio con il Toro. Lo sento spesso, alla ripresa del campionato ci sfideremo».
Domanda secca: meglio Robert Lewandowski, centravanti polacco del Bayern Monaco, o il suo nuovo compagno Luca Toni?
«Sono due grandi giocatori. Toni l’ho appena conosciuto, è davvero grosso. Attaccanti forti, entrambi sono abilissimi e segnano molto, meglio averli nella propria squadra».