L’ALTRA MOSTRA SEGRE E I FILM D’AUTORE
Il regista padovano al Lido con il nuovo film, che però presenterà a Pellestrina: «Ho una passione per quella zona della Laguna, che considero la mia casa Mi piace anche l’idea di portare un po’ di questa arte fuori dal palazzo»
Il primo passo l’ha fatto in Svizzera, al Festival di Locarno dove il suo film I sogni del lago salato è stato presentato tra i Fuori concorso ad agosto. Ora alla Mostra del cinema di Venezia il regista padovano Andrea Segre torna per portare il suo film come evento speciale nelle Giornate degli Autori (sabato 12). Per realizzarlo, insieme a Matteo Calore e Simone Falso, Segre ha viaggiato attraverso la regione kazaka, vicino alle sponde del Mar Caspio, attraversando i grandi siti delle profonde estrazioni petrolifere e raccontandone la vita, che, come quella italiana degli anni ‘50, viaggia sospesa tra i drammi e l’euforia per il boom economico. Il film, prodotto da Ambleto ha ottenuto il sostegno co-produttivo di Rai cinema, la collaborazione di Jolefilm, di MaCT productions e ha utilizzato l’archivio storico di Eni.
Come è nato «I sogni del lago salato»?
«Il film nasce all’interno del il progetto «Fuori rotta» un bando-laboratorio rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni che prevedeva di realizzare esperienze di viaggio nell’estate del 2015. Abbiamo affrontato una riflessione sul diritto del viaggio in un’epoca in cui tutti i parametri sono cambiati. In questo caso si è trattato di un viaggio nello spazio e nel tempo. È un dialogo tra il Kazakistan di oggi e l’Italia degli anni ‘60. Dopo il Lido lo porteremo a Pellestrina.
Proprio a Pellestrina ci sarà anche la chiusura del Festival «Laguna sud», perché ha scelto di farlo lì?
«Perché dopo i viaggi si deve saper tornare a casa. E io ho avuto tra le altre, una casa importante nella vita, quella di Chioggia, quando andavo dai miei nonni. Condivido una forte passione per quella zona della laguna con Giorgio Gosetti, che ha ideato con me il progetto. Mi sono detto: “Portiamo un po’ di cinema fuori dal palazzo, in un posto molto più vero del
Lido”».
Cosa intende?
«Molti amici non veneti mi hanno chiesto dove avrebbero potuto trovare, durante la Mostra, luoghi dove mangiare, dove stare, autentici. Ho avuto difficoltà a rispondere. Mi veniva da dire: “prendi l’11 e vai a Pellestrina”».
Com’è la Mostra del cinema nel 2015?
«Il problema non sta a Venezia. Sta a Marcon e a Limena, nei multisala. Quando una mostra e un mercato del cinema come quello italiano si divide tra sale dedicate al cinema commerciale e altre dedicate a quello d’autore perdendo la possibilità di commistione tra i due mondi e i due pubblici, rende difficile le scelte per un Festival come quello di Venezia. Come se chi è chiamato a decidere dovesse scegliere tra il mercato del cinema e i film d’autore».
Come?
«Con più esercenti liberi. Bene che il Ministro Franceschini abbia detto che vuole sostenere la Mostra del cinema di Venezia ma forse avrebbe dovuto dire anche che darà nuove occasioni per gli esercenti liberi. I multisala sono bolle extra cinema in cui l’esercente non sceglie nulla. Divertissement domenicali che hanno poco a che fare col cinema vero. Sarebbe giusto che fosse il pubblico a scegliere»