«Presidente, finisce il disegno?» E Mattarella aiuta il bambino
Il capo dello Stato alla Biennale
Trenta bambini compongono un collage, seduti attorno a due tavoli. Improvvisamente nello «spazio educational» dell’Arsenale entra un gruppo di adulti: si tratta del corteo presidenziale, attorniato da cameramen e fotografi, forze dell’ordine e personale dello staff. Roba da intimorire chiunque, ma non il ragazzino dai capelli rossi, che come vede quel signore canuto gli porge il suo pennello: «Presidente, può completare il mio disegno?». Riconosciuto e riconoscente, Sergio Mattarella si china sul foglio e firma l’ultimo tocco del lavoretto, e pure di quello dello scolaro accanto, un bimbo con gli occhiali che a propria volta non si lascia sfuggire l’occasione di un contributo così autorevole. Scene dalla visita del capo dello Stato alla Biennale Arte, ieri mattina, seconda e ultima giornata veneziana per l’inquilino del Quirinale dopo l’inaugurazione della Mostra del Cinema contrassegnata dalle polemiche sull’immigrazione.
La lunga notte inaugurale di Venezia 72 si era addormentata proprio sui tre aggettivi pronunciati da Mattarella per definire l’appello del regista Alfonso Cuarón sul benvenuto ai migranti («Incantevole, semplice e persuasivo»). E ieri mattina quegli stessi pensieri hanno accolto il presidente della Repubblica, atteso da Paolo Baratta, il numero uno della Biennale che si è voluto personalmente complimentare con lui: «Ha detto pochissime parole, ma tutte di misura e non di esibizione, il che è esattamente il modo di comunicare di una persona profonda». Accompagnato dalla figlia Laura, oltre che dal ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, Mattarella si è intrattenuto per un paio d’ore fra le Corderie e i Giardini, soffermandosi sulle opere dei diversi Paesi ospiti. «Questi apporti culturali – ha dichiarato non appena sbarcato dal motoscafo – non sono soltanto preziosi, ma sono ciò che caratterizza la Biennale, sono il patrimonio della Biennale e quello che la Biennale offre a Venezia e al mondo». Un concetto utile all’inquilino del Quirinale per introdurre una breve (ma sentita) riflessione sull’intervento dell’Europa rispetto all’emergenza migratoria: «L’evidenza dei fatti e delle tragedie a cui si assiste hanno una forza di persuasione molto alta».
Più gelida invece la reazione del governatore Luca Zaia e del sindaco Luigi Brugnaro all’invito di Cuarón. «Il richiamo di un messicano che conosce benissimo le vicende dei messicani e il loro dibattito quotidiano con gli Stati Uniti, ma qui non siamo in New Mexico», ha tagliato corto il presidente della Regione. «Ad applaudire gli artisti ci si salva un po’ la coscienza, ma i problemi dei migranti non vanno affrontati stando seduti sulle poltrone di velluto», ha rincarato il primo cittadino di Venezia.